Tennis World Tour - recensione
Per oltre 15 anni il tennis su console ha avuto due soli nomi: Virtua Tennis e Top Spin. L'immediatezza arcade della serie di SEGA contro la perfetta ma ostica simulazione della saga nata su Xbox, grazie all'ormai defunto team PAM Development. Poi, improvvisamente... il nulla. Mentre Federer, Nadal e Djokovic facevano spellare le mani di milioni di fan in tutto il mondo, il loro sport in versione virtuale scomparve, lasciando orfani i controller di moltissimi appassionati.
Un anno fa si è riaccesa la speranza quando Big Ben Interactive ha annunciato l'arrivo di Tennis World Tour. Al timone, un team praticamente sconosciuto ma dal nome inequivocabile, Breakpoint Studio, con al suo interno veterani dell'industria che lavorarono proprio all'ultimo capitolo di Top Spin.
Polsini di spugna lavati in fretta e furia, tubi di palle rispolverati per l'occasione e corde di budello tirate a lucido: tutti riti propiziatori che abbiamo effettuato per festeggiare l'arrivo di Tennis World Tour. Tanto entusiasmo purtroppo non è stato ripagato con l'erede che speravamo. Il ritardo di questa recensione è dovuto ad una richiesta ben precisa del publisher, il quale ci ha esplicitamente chiesto di attendere una precisa data, entro la quale sarebbero uscite le patch atte a correggere i molti difetti dell'edizione Day One uscita nei negozi. Lo abbiamo fatto, abbiamo avuto fiducia ma purtroppo la nostra (e vostra) pazienza non è stata ripagata a dovere.
