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Everspace – Recensione

“L'universo è fatto di storie, non di atomi.”
Muriel Rukeyser



Se avete un'idea ma non avete i fondi per realizzarla, Kickstarter è la piattaforma che fa per voi; la diffusione sempre maggiore di questo e di altri siti di crowfunding hanno permesso a team indipendenti di dare alla luce progetti più o meno validi, come l'Everspace di Rockfish Games che ci apprestiamo ad analizzare.



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Lost in Space



Prima di iniziare a sviscerare Everspace, una doverosa premessa; a differenza di tanti altri progetti infatti, quello di Rockfish Games è partito con altissime aspettative e l'idea di creare un gioco spaziale con grafica e gameplay paragonabili a quelli dei migliori Tripla A.



Questa ostentazione ha spinto oltre 10.000 persone a credere nel gioco e versare quasi 500.000 euro, portando alla nascita un roguelike spaziale nel quale vestiremo i panni dello scienziato Adam, rimasto senza memoria dopo la somministrazione di una misteriosa tossina da parte di loschi individui.



A dirla tutta non saremo esattamente Adam, bensì una serie di suoi cloni impegnati a indagare sugli avvenimenti che ne hanno causato l'amnesia e scoprire, progredendo con l'avventura, nuovi tasselli di un complesso puzzle fatto di guerra, amicizie rovinate e molto altro ancora.



Abbiamo parlato non a caso di una serie di cloni. Trattandosi di un roguelike, un elemento imprescindibile di Everspace sarà infatti la morte, rappresentata all'interno del gioco dal numero di cloni che avremo utilizzato per tentare di spazzar via la nebbia che avvolge la nostra mente. Consapevoli del nostro probabile destino funesto non esitiamo però a salire sulla nostra astronave e a lanciarci nell'esplorazione di una serie di settori dello spazio, nella speranza di sopravvivere il più a lungo possibile.





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Nessuno può sentirti urlare



Se siete stati attenti avrete sicuramente notato come si sia voluto sottolineare il fatto che i ragazzi di Rockfish Games abbiano voluto paragonare Everspace a produzioni Tripla A; la pretenziosità millantata da molti viene però smentita non appena inizieremo la nostra prima partita.



Raramente il sottoscritto si è trovato a meravigliarsi per la grafica di un gioco. Successe ai tempi del primo Uncharted ed è successo di nuovo con questo titolo, nel quale sembra davvero di trovarsi nello spazio, aiutati magari anche dall'utilizzo della visuale in prima persona che aumenta notevolmente il coinvolgimento del giocatore.



Osservare meravigliati l'abilità del team nel creare un universo dinamico, fatto di relitti distrutti, asteroidi fluttuanti, tempeste spaziali e nubi di plasma sarà un passaggio quasi obbligato che ci farà dimenticare di tutto, almeno fino a quando non verremo centrati da una raffica di laser.



Superato l'iniziale stupore infatti, ci accorgeremo di non essere l'unica forma di vita intelligente dello spazio, dato che attorno a noi si muoveranno caccia neutrali, come quelli del gruppo denominato G&B, ma anche navi aggressive interessate a farci fuori per ottenere risorse preziose. Distruggere o essere distrutti sarà quindi il dogma di Everspace e dunque decidiamo senza troppi indugi di rispondere al fuoco, vendendo cara la pelle e sperando di non riportare troppi danni ai sistemi della nostra nave spaziale.



Continua la lettura su www.playstationbit.com

28 giugno 2018 alle 18:20

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