Super Mega Baseball 2 – Recensione
Quando si parla di videogiochi sportivi non si può non fare riferimento a due filoni principali, o filosofie se preferite. Da una parte ci sono i titoli che puntano al massimo del realismo e della simulazione che, grazie a licenze ufficiali, motori grafici da urlo, funzioni e modalità di gioco infinite, mirano a riprodurre l'esperienza sportiva in un contesto virtuale; dall'altra ci sono videogiochi che, per limiti economici o tecnici o per precisa scelta degli sviluppatori, si prendono più di qualche licenza sull'aspetto simulativo e ripropongono l'essenza dello sport, più che lo sport vero e proprio, spingendo l'acceleratore sul divertimento, sull'immediatezza e sulla leggerezza di un'esperienza definibile arcade.
La coesistenza di queste due interpretazioni videoludiche dello sport è senza dubbio una ricca opportunità per tutti gli appassionati, che possono calarsi nei panni del loro beniamino di Serie A o dell'NBA muovendo le mani sul pad con virtuosismi e tecnicismi degni di un prestidigitatore e contemporaneamente rilassarsi, concedendo un bambinesco sorriso con “giochi” nel vero senso del termine. Se poi questi sono realizzati con cura e riescono a non sfigurare rispetto ai cugini più blasonati per coinvolgimento, profondità e creazione di sana dipendenza, non possiamo che considerarci fortunati a coltivare questa passione. Ebbene, Super Mega Baseball 2 è un perfetto esempio in tal senso.

Poche ciance
Super Mega Baseball 2 non si perde in inutili introduzioni e ci porta istantaneamente al menù iniziale di gioco. Possiamo impostare i livelli audio e consultare l'elenco dei comandi (anche se il consiglio, al primo avvio, è di affidarsi al tutorial in-game), oppure passare alla schermata di selezione della modalità di gioco. Nella più classica delle tradizioni, troviamo la partita rapida, la stagione e il torneo. Possiamo anche decidere di dedicarci alla Pennant Race, una modalità competitiva online nella quale accumuliamo punti ad ogni vittoria per scalare le classifiche mondiali, o decidere di creare un campionato personalizzato secondo le nostre preferenze.
Una delle particolarità che incontreremo, già nota a chi ha giocato il primo titolo della serie, è l'impostazione del livello della difficoltà, basata sul nostro Ego (“How big is yours?” recita ironicamente un consiglio di gioco durante una schermata di caricamento). Si tratta di un valore da 0 a 99 che determinerà il nostro livello di abilità con il gioco e quindi la risposta degli avversari. Impostare un valore adeguato è utile anche nel matchmaking online, per essere accoppiati a utenti del nostro stesso livello. Non pensiate, comunque, che l'ampio range selezionabile indichi una difficoltà permissiva: già un Ego di 15 vi renderà molto dura la vita.
Come detto prima, Super Mega Baseball 2 non ha licenze ufficiali e ripiega su squadre, giocatori e stadi, del tutto inventati. Non si tratta di una limitazione, specialmente per noi europei più calciofili e meno appassionati al baseball, anche perché il gioco pone l'accento sulle dinamiche di gameplay, sul divertimento e sul coinvolgimento, fattori indipendenti da nomi e volti, i quali beneficiano del valore aggiunto conferito da uno stile caricaturale, non proprio cartoonesco ma molto simpatico e volutamente esagerato, che rende davvero piacevole predisporsi pad alla mano ad ogni partita.
