Kona VR - recensione
Di Kona avevamo già parlato più di un anno fa e, ad essere precisi, non avevamo speso chissà quali elogi per descrivere l'avventura confezionata da Parabole. Poco più che discreta sotto il profilo narrativo, dove ad intriganti premesse non corrispondeva un epilogo altrettanto emozionante, il gameplay si sforzava di reinventare parzialmente il genere delle avventure grafiche in prima persona, note anche come walking simulator, inspessendo l'esperienza con elementi action e survival.
Vestendo i panni dell'investigatore privato Carl Faubert, per farla breve, dovevate scoprire chi minacciava il vostro nuovo datore di lavoro, il ricco e facoltoso W. Hamilton, industriale che pur di rimettere in moto l'economia, ha evidentemente pestato qualche piede di troppo nella solitamente pacifica comunità di Atamipek Lake.
L'indagine porterà il nostro in una fredda ed inospitale cittadina canadese, perennemente immersa nella neve e graffiata da un vento gelido, il classico luogo bello da vedere solo in cartolina. Tra efferati omicidi e strane sparizioni, il buon Carl si troverà invischiato in una vicenda che puzza di paranormale, elemento che dona all'itera avventura una sinistra, quanto riuscita, sfumatura horror.
