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Il caso del plagio della recensione di Dead Cells

Secondo l'Enciclopedia Treccani al termine plagio viene attribuito il seguente significato: “Nell'uso com., il fatto di chi pubblica o dà per propria l'opera letteraria o scientifica o artistica di altri; anche con riferimento a parte di opera che venga inserita nella propria senza indicazione della fonte”. Questa premessa serve per introdurre una notizia che recentemente ha suscitato particolare scalpore e nel contempo interesse.



A seguito della recensione del gioco Dead Cells pubblicata da parte di IGN, lo youtuber Boomstick Gaming ha scoperto con stupore che un redattore del noto sito web, tale Filip Miucin, si era reso responsabile di plagio nei suoi confronti. Contattata la redazione di IGN e avviata, da quest'ultima, un'indagine interna, una volta verificata la fondatezza della lamentela, la conclusione a cui si è pervenuti è stata innanzitutto la rimozione dell'articolo, il rilascio di un comunicato in cui si chiedeva scusa per l'increscioso episodio ed infine il licenziamento di chi si era reso colpevole del fatto (non nuovo, a quanto pare, a questo genere di comportamento).



Una riflessione su quanto accaduto mi porta a dire che può capitare che due persone, in modo distinto, possano esprimere un medesimo concetto o avere la medesima intuizione, ma è impensabile che entrambi arrivino ad usare le stesse parole con la medesima struttura di pensiero senza dover incorrere inevitabilmente in forme di plagio. Non credo di dire nulla di nuovo se affermo che il processo linguistico, il ragionamento, quale comporta la stesura di un articolo, debba essere il frutto di una certa creatività e originalità, ma ciò non vuol dire disconoscere totalmente quegli elementi di fondo, che in qualche modo costituiscono il nucleo vero di una notizia, a tal punto da non doverli più riutilizzare.



Questa asserzione, pertanto, non vuole essere una giustificazione nei confronti di Filip Miucin, semmai rappresentare invece un invito: che ciò non diventi la consuetudine nel proprio lavoro e che non sia svolto con la consapevole intenzione di imbrogliare, fosse anche una sola volta. Di certo, purtroppo, non sarà né il primo né l'ultimo caso del genere, occorre, comunque, dire che ci si aspetta, soprattutto da parte delle grandi testate web, un controllo più capillare a monte, prima che si arrivi ad un epilogo che vada a nuocere, poi, a tutta la comunità.



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14 agosto 2018 alle 13:01