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Manual Samuel – Recensione

Avete presente lo spirito genial-demenziale che caratterizza i Griffin, ed in generale le opere di McFarlane? Ecco, metteteci dentro un ricco odioso e viziato, una personificazione della morte a dir poco… stupidina, un goccio di humor british ed otterrete Manual Samuel, un titolo tanto dissacrante quanto divertente. Pronti a cazzeggiare con la morte?



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Sam non ne vuole proprio sapere…



I presupposti della storia partono da una critica piuttosto spicciola verso la parte più opulenta della civiltà: Sam è il solito figlio di papà ed è seduto al tavolo di un costosissimo caffè insieme alla sua ragazza, che sta deliberatamente ignorando perché troppo preso dai suoi impegni (nulli) e dal suo smartphone. Stanca di essere messa da parte per l'ennesima volta, la ragazza darà un meritatissimo destro a Samuel che finirà steso a terra; tutto ciò darà inizio ad una serie di sfortunati eventi e fuori da ogni logica. Per il momento vi basterà sapere che il poveraccio- si fa per dire- finirà in breve all'altro mondo, precisamente all'inferno, dove verrà a patti con la morte pur di non rischiare di dover lavorare per l'eternità, visto che è una cosa che non ha mai fatto un giorno in vita sua. La morte decide allora che è il momento di divertirsi: se Samuel sopravviverà per le prossime ventiquattro ore, la sua ora sarà rimandata a data da destinarsi; fin qui sembra tutto semplice, ma siamo pur sempre in un videogioco, come potrebbe non esserci la fregatura sotto? Infatti il patto prevede che in queste ventiquattro ore Sam sopravviva senza nessuna azione automatica, diventando appunto Manual Samuel. Per essere più precisi, dovremo occuparci manualmente di tutte le funzioni basilari di Sam, quelle che vengono date per scontate come respirare, sbattere le palpebre o mantenere l'equilibrio, sarà tutto nelle nostre mani. E' così che le azioni quotidiane più banali diventano un'avventura ed una sfida da portare a termine, e con l'aiuto della versione più stupida mai partorita della morte e tanta sfiga il risultato è esilarante. Davvero, se non vi diverte siete delle brutte persone.



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Il buongiorno si vede dal mattino.



Date le premesse il gameplay di Manual Samuel potrebbe suonare ostico, ma grazie alla voce narrante che ci seguirà dall'inizio alla fine con tanta ironia e sfottendo praticamente sempre il povero protagonista, non ci saranno mai momenti frustranti, che andrebbero a rovinare l'atmosfera leggera e scanzonata del titolo, risultando invece semplice ed intuitivo nonostante le diverse azioni richieste; sarà anche abbastanza variegato grazie alle improbabili situazioni in cui si troverà il piccolo grande Sam. Gli sviluppatori sono riusciti a racchiudere in un prodotto della durata di circa 3 ore- a prendersela comoda- diverse meccaniche legate alla simulazione, alla guida, ed anche una breve fase action, riuscendo a diversificare una meccanica che altrimenti avrebbe rischiato di annoiare anche nel breve periodo. Il pacchetto viene poi completato con alcuni elementi extra tra cui spiccano le prove a tempo (in cui per raggiungere l'oro dovrete spesso essere dei masochisti alla ricerca di sfide impossibili) e dei brevi racconti sotto forma di fumetti, dove potrete seguire Morte nelle sue avventure o disavventure.



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Giochiamo a fare centro



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Sul lato tecnico le informazioni da riportare non sono moltissime, si tratta di un'avventura in 2D con uno stile molto minimal, colori molto saturi ed un framerate che regge solido dall'inizio alla fine, il tutto si adatta però bene allo stile di gioco donando ancora più carattere ai personaggi e rendendoli goffi il giusto per strappare qualche risata in più, e ciò vale anche per le animazioni, che sono si basilari ma donano ancor più humor all'esperienza, senza mai strafare o stravolgendo l'insieme. Tutto viene però supportato da una colonna e degli effetti sonori perfetti per il titolo, ed a proposito di questi il team ha deciso di inserire una piccola dedica al defunto Jory Prum, un famoso ingegnere del suono che si è occupato di diversi titoli tra cui The Wolf Among Us, Brutal Legend e The Sims 2, e con cui il team aveva inizialmente collaborato (un grazie a G. Bislacco per questa piccola chicca!).



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Si. Ci sono anche i robottoni!



A conti fatti, Manual Samuel è un videogioco che mi ha divertito tanto per tutta la sua durata. Per quanto breve ha saputo regalarmi diversi momenti spensierati e più di una volta mi sono ritrovato a ridere da solo contro lo schermo; i ragazzi di Perfectly Paranormal hanno messo amore e intelligenza nel progetto, che per quanto ironico e spensierato cela nel suo profondo una critica alla società, riuscendo a farlo senza risultare pesante e non prendendosi mai troppo sul serio. Data la sua natura indie e il costo, è un affare da non lasciarsi scappare per questa ultima fase di spensieratezza estiva, vi farà certamente staccare la spin per qualche ora.



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16 agosto 2018 alle 15:10