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Overcooked 2 - recensione

Vi siete mai chiesti, quando vi trovate in un ristorante in attesa di ciò che avete appena ordinato, cosa stia succedendo in cucina? Tra mille ordini, pentole e padelle sul fuoco e probabilmente un caldo torrido, i cuochi vanno avanti e dietro tra un bancone e l'altro di fretta e furia per cercare di accontentare tutti in modo rapido ed efficace. Un clima frenetico, che due anni fa Ghost Town Games ha pensato bene di replicare in modo incredibilmente divertente sotto forma di videogioco.



Overcooked lo conoscemmo come perla nascosta venuta a galla soprattutto quando finì come gioco gratuito sul PlayStation Network, dove un po' tutti si accorsero del suo potenziale. L'incredibile dinamicità di una cucina reale è stata riproposta in un gioco che costringe alla comunicazione nel mondo reale, dandoci un bel taglio con la quarta parete. Un grande successo, che oggi si ripropone con un secondo capitolo e con il rinnovato supporto di Team 17, publisher inglese storico, che ci ha sempre visto lungo con giochi un po' folli, sin dai tempi di Worms.



Capire perché Overcooked 2 abbia tanto potenziale nonostante una veste infantile che potrebbe facilmente allontanare i giocatori in cerca di titoli più accattivanti, è molto semplice. Chiamate un parente, un amico, la/il fidanzata/o e fate una partita: dopo un paio di minuti vi ritroverete a darvi indicazioni su quell'ingrediente che vi serve o su una pentola che sta per andare a fuoco, e sarà impossibile farlo senza che vi strappi almeno un sorriso. Molto probabilmente vi lascerete andare a più di qualche risata di gusto.

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30 agosto 2018 alle 10:40