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Wario Ware Gold - recensione

Per il colpo del secolo, Wario non ha lesinato né sull'investimento effettuato, né sul team che ha preteso di arruolare, né sulla teatralità dell'espediente utilizzato, geniale e al contempo ideale per fungere da alibi perfetto. Organizzare un gigantesco torneo di minigiochi, invitando a parteciparvi tutta la popolazione di Città Diamante, si traduce nell'ovvia possibilità di fare un bel gruzzolo lucrando sulle costosissime tasse d'iscrizione, un piccolo capitale da sacrificare nella vana speranza di accaparrarsi il primo premio, un ammontare di denaro tale da poter cambiare completamente e per sempre la vita di chiunque riesca nell'impresa.



Inutile sottolineare come il tutto puzzi di truffa sin dal prologo, primo segmento di una modesta, ma divertente trama che si alimenta di piccole gag, comicità nonsense e della luce riflessa di protagonisti, Wario in testa, assolutamente eccentrici e sopra le righe. L'intreccio fa poco più che giustificare alla bell'e meglio la sequela di prove a cui sarete sottoposti, ma dona un certo spessore alla produzione Nintendo, feature stuzzicante che rivela l'attenzione e la cura per i dettagli con cui è stato sviluppato ogni ambito di questa raccolta di raccolte.



Sì, perché WarioWare Gold, a ben vedere, non fa altro che riproporre il meglio del meglio della serie, mettendo a disposizione dell'utente ben 316 minigiochi, cinquanta dei quali assolutamente inediti, realizzati ed ideati per l'occasione. Il numero, invero esorbitante, non deve scoraggiare il videogiocatore consapevole della natura volutamente cacofonica e chiassosa della produzione, da sempre interessata a metterlo in difficoltà soprattutto con indicazioni ed istruzioni non sempre chiare circa il modo con cui affrontare, e quindi superare, i livelli proposti.

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31 agosto 2018 alle 10:40