Pro Evolution Soccer 2019 - recensione
Per Pro Evolution Soccer 2019 questo doveva essere l'anno della svolta. Dopo aver perso i diritti della Champions League, Konami avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche per trovare lo spunto vincente in grado di colmare questa ennesima lacuna nei confronti di FIFA. Quel colpo di reni alla Inzaghi che, senza avere doti tecniche e fisiche fuori dal comune, gli ha consentito di buttare il pallone alle spalle di portieri e difensori decisamente più dotati di lui.
Questo colpo, però, non è arrivato.
Con la classica flemma e staticità giapponese, PES Productions si è limitata anche quest'anno a fare il compitino, ha sistemato un paio di cosette nella Master League, rassettato tra i menù di MyClub e ripulito tutto dai loghi e dalle musiche della UEFA. Un lavoro fatto a modo, dato che tutto funziona piuttosto bene senza grossi intoppi. E ci mancherebbe, direbbe qualcuno, visto che la gran parte degli assets, dei filmati e delle opzioni è stata riciclata di peso dalle scorse edizioni.
