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Animal Crossing ha visto il futuro del gaming già nel 2001 - editoriale

Le mattine hanno preso una strana piega negli uffici inglesi di Eurogamer. Il bus che prendo per arrivare sul posto, infatti, mi lascia mezz'ora in anticipo, il che mi dà il tempo di fare qualche tentativo per sbloccare le challenge su Fortnite. Il secondo ad arrivare, di solito, è Tom Phillips, spesso accompagnato dalle occhiaie, sintomo delle nottate passate sul Battle Royale di Epic. Dopodiché arriva Chris Tapsell che inizia subito a parlare con Tom delle sue catture su Pokémon Go della sera prima, mentre gli altri arrivano, si siedono alle loro scrivanie ed iniziano a giocare ad Hearthstone.



I giochi possono cambiare un po': qualche volta gioco a Clash Royale, Tom e Wes discutono su Destiny e Chris parla della nuova astronave che ha comprato su No Man's Sky. Tom continua a giocare regolarmente ad Assassin's Creed: Origins ed io non riesco a fare a meno della mia run giornaliera su Spleunky. Il punto credo sia questo: i videogiochi hanno provato per tanti anni a farci appassionare così tanto da farci discutere, legarci ai loro mondi e, all'improvviso, ecco che ci siamo. Siamo circondati da giochi che non solo ci spingono a continuare a giocare ma che richiedono anche attenzioni su base giornaliera.



Credo che questo aspetto dei nuovi videogiochi mi piaccia parecchio. Adoro tornare sulla mappa di Fortnite ancora e ancora, ripercorrere i miei passi e imbattermi in vecchie memorie delle mie vite passate, un po' come i personaggi di Cloud Atlas. Una volta amavo guardare i miei deck di Hearthstone crescere in ricchezza e complessità e adoro sentire i miei amici parlare delle loro avventure semi-virtuali su Pokémon Go. Ci sono momenti (tipo questo, in cui sto iniziando a muovere i primi passi su Warframe) in cui mi chiedo se ho davvero spazio nella mia vita per un altro di questi giochi enormi e persistenti ma capita molto di rado, effettivamente. Questi giochi richiedono il tuo tempo. Non molto, magari, ma su base giornaliera: la cosa importante è che continui a tornare da loro.

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8 settembre 2018 alle 13:10