Planet Alpha - recensione
Pionieri, esploratori, avventurieri e viaggiatori. Che sia all'interno del pianeta Terra o verso l'esterno alla scoperta di pianeti più o meno lontani, la sete di conoscenza e la voglia di spingersi oltre i limiti sono da sempre caratteristiche intrinseche dell'umanità e della nostra civiltà. Questo desiderio di scoperta è talmente forte da essere diventato il fulcro di tantissime opere appartenenti a media decisamente diversi, anche molto più vecchi rispetto ai nostri amati videogiochi. Se poi uniamo questo desiderio al rapporto conflittuale con l'ignoto e alla fantascienza, allora ci troviamo di fronte a una ricetta forse non inedita ma sicuramente stimolante.
Proprio l'ignoto e la sete di conoscenza sono due potentissimi motori dell'esperienza vissuta all'interno di Planet Alpha, opera di un piccolo team con base in Danimarca ma caratterizzato da sviluppatori di estrazioni piuttosto variegate sia in Europa che in Sud America. Quello che si presenta come un puzzle platform è quel classico gioco in grado di conquistare dopo una sola occhiata, quel progetto così bello da vedere che mette in dubbio la sua natura indipendente attirando l'attenzione di pubblico e addetti ai lavori.
Il dubbio che in questi casi si annida nella mente dei più scettici è uno e uno soltanto: il titolo pubblicato da un nome storico come Team 17 è solo una bellissima copertina o nasconde anche tanti contenuti di valore? Dietro alla meravigliosa superficie che dimostra tutti i pregi dell'Unreal Engine 4 c'è anche tanta qualità a livello narrativo o di gameplay? Come vedremo le risposte a queste domande non sono così scontate ma andiamo con ordine partendo proprio da quel comparto tecnico che è il primo biglietto da visita delle avventure del nostro anonimo protagonista.
