Red Dead Redemption 2 - prova
Dopo aver visto per due ore Red Dead Redemption 2 c'è una sola parola che viene in mente: "ambizione". D'altronde parliamo di un gioco di Rockstar, che dopo gli oltre 95 milioni di pezzi di Grand Theft Auto V, dopo aver creato il prodotto di maggior successo nella storia dell'entertainment, non può certo accontentarsi di creare semplicemente un gioco che venda più del precedente.
Il risultato è qualcosa cui l'etichetta di videogame sta stretta, che vuole essere di più: un'esperienza. Ecco perché la prima parte della presentazione ha visto Rockstar insistere su aspetti apparentemente irrilevanti, come la presenza nelle praterie di lucertole grandi pochi centimetri eppure perfettamente ricreate e animate. O sulle impronte dei cavalli che variano a seconda dell'andatura. O ancora, sulle fronde degli alberi che si piegano a seconda del peso della neve su di esse.
Perché tutti questi dettagli, sommati, nelle intenzioni di Rockstar contribuiranno a immergere il giocatore in un modo vivido e credibile come non mai. Al punto che, sempre all'insegna del realismo, si potrà vedere il nostro cavallo fare i suoi fumanti bisogni proprio sotto i nostri occhi. E che ogni arma che vedremo addosso al protagonista sarà effettivamente utilizzabile. Non ci sono inventari dai quali estrarre magicamente fucili: se puoi vederlo puoi usarlo, e viceversa.
