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Graveyard Keeper - recensione

Nel febbraio del 2016 arrivava su Steam Stardew Valley, un simulatore di fattoria che mescolava elementi GDR con un universo di gioco 'open world' avvolgendo il tutto in un'atmosfera magica fatta di pixel art e musica adorabile. Il successo del gioco firmato dai ConcernedApe (publisher Chucklefish) è stato francamente eccezionale (parecchi milioni di copie vendute) ed era quindi ampiamente prevedibile che la formula (non proprio originale, un misto di Harvest Moon e Farm Simulator) sarebbe stata sfruttata in altri temi.



Ed è in questo contesto che appare Graveyard Keeper, un gioco che sembra seguire pedissequamente il copione di Stardew Valley... 'sembra' perché, anche non in senso positivo, le strade dei due giochi divergono in non pochi aspetti.



Graveyard Keeper inizia raccontando una storia molto semplice ma coinvolgente. Evitando spoiler, sappiate solo che vi ritroverete nel mezzo di un'anonima campagna medievale, con una casetta, qualche attrezzo a disposizione e, cosa più importante, un lavoro come becchino, o meglio gestore del cimitero locale.

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19 ottobre 2018 alle 10:40