LEGO DC Super-Villains – Recensione
LEGO e supereroi, un binomio che da solo sarebbe sufficiente a far saltare di gioia qualunque bambino (da zero a novantanove anni, beninteso). Aggiungeteci la formula interattiva di un videogioco con meccaniche più che accessibili e avrete una forma di intrattenimento praticamente perfetta. LEGO si è inoltrata oltre vent'anni fa in terreno videoludico e le numerose storie costruite su PC e console fanno ormai concorrenza, per diffusione e coinvolgimento, a quelle inventate con i mattoncini reali. Forte di una formula rodata, LEGO DC Super-Villains cerca il proprio spazio in una nicchia di utenza nella quale TT Games ha di fatto il monopolio ma che, per assurdo, rischia di essere satura.
L'ora dei cattivi
Senza andare troppo indietro nel tempo, ricordiamo due titoli nel 2016 (LEGO Marvel's Avengers e LEGO Star Wars: il Risveglio della Forza), due nel 2017 (LEGO NINJAGO Il Film: Video Game e LEGO Marvel Super Heroes 2) e due nel 2018 (LEGO Gli Incredibili e, per l'appunto, Lego DC Super-Villains). Con buona pace di chi si lamenta delle uscite a cadenza annuale dei vari Call of Duty, FIFA e Assassin's Creed, sembra che i giochi LEGO non abbiano timore di sovraesposizione. Probabilmente nella stessa ottica commerciale dei kit di assemblaggio, si punta alla quantità e alla varietà più che all'innovazione, forti anche di licenze importanti.
A questa tornata è la volta della DC, una collaborazione tutt'altro che inedita con LEGO, anche se una novità esiste. Dopo titoli incentrati sui buoni, sia dalle parti di Batman & co. che da quelle dei supereroi Marvel, l'obiettivo della telecamera virtuale si sposta sui supercriminali. Joker, Lex Luthor, Catwoman, lo Spaventapasseri e tutte le nemesi dei paladini mascherati di casa DC non sono più semplici bersagli o personaggi secondari, ma conquistano la scena.
Le premesse della trama e il suo sviluppo si prestano così a risvolti peculiari, che cercano in qualche modo di sopperire al costante senso di déjà-vu che deriva dal gameplay. L'evasione da un carcere di Lex Luthor e compagni, l'intervento della Justice League e la sua improvvisa sparizione a opera del Justice Syndicate, di cui solo lo smartphone di Harley Quinn (che però è scomparsa) contiene una prova fotografica: sono questi i fatti che introducono la storia e a cui non aggiungiamo altro per non rovinarla.
Proprio come immaginavi
Oltre centoquaranta sono i personaggi giocabili del titolo, tra villain ed eroi veri e propri, eppure la primissima cosa che faremo sarà costruire il nostro protagonista attingendo elementi da un editor davvero ben nutrito. Forma e colore delle diverse parti del corpo, nonché accessori, armi e poteri speciali, per dare vita a un cattivo che si affiancherà a quelli canonici e che si svilupperà nel corso della trama, assumendo un ruolo spesso determinante.
Per il resto, la struttura del gioco ha poco da aggiungere a quanto potreste immaginare se avete mai provato un titolo LEGO. Ogni missione ci fa controllare una piccola squadra di personaggi, tra i quali possiamo spostarci istantaneamente premendo il tasto Triangolo, e ci porta avanti con la storia tra esplorazione, enigmi basilari e qualche combattimento. La maggior parte delle missioni segue la stessa scaletta: situazione iniziale, accesso a un'area precedentemente bloccata grazie a una serie di azioni e all'attivazione di determinati meccanismi, boss fight.
I livelli hanno una durata medio-lunga, variabile in base a quanto decidiamo di esplorare a fondo e rompere tutto il distruttibile e in base alla velocità nella risoluzione degli enigmi (talmente semplici, per la verità, da poter essere considerati minigiochi). Come al solito, oltre a vedercela con i pochi nemici in scontri mai difficili e con rinascite infinite e indolori in caso di morte, dovremo superare fasi vagamente platform e riarrangiare i mattoncini dopo averli recuperati dalla distruzione di un oggetto. Alcuni poteri speciali, inoltre, sono richiesti per fondere metalli, accedere a passaggi stretti o sollevare oggetti, ma naturalmente i personaggi coinvolti nella missione sono dotati proprio dell'abilità che serve.
Il clima è sempre leggero e scanzonato, con l'ormai noto umorismo delle produzioni LEGO. I combattimenti sono pretestuosi, mai complicati, e l'impressione generale è quella di giocare con i veri LEGO nella nostra stanza, dove possiamo abbattere il nemico di turno con un paio di colpi e dove la soddisfazione risiede non nella battaglia in sé e nei suoi aspetti strategici, ma nel fatto stesso di averla vinta e di essere andati avanti con la storia. In questo si legge molto della filosofia dei giochi LEGO, che sono votati alla narrazione (se vogliamo infantile, ma comunque tale) e che a essa subordinano ogni altro elemento.