Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Wandersong - recensione

Cantare è forse una delle passioni più gioiose ed emozionanti a cui possiamo dedicarci. Tutti noi almeno una volta, che sia stato nel privato della nostra camera o in pubblico, ci siamo lanciati in sinfonie più o meno riuscite, con nessun'altro strumento se non la nostra voce. È un gesto di perdizione controllata, eppure allo stesso tempo decisamente liberatorio. Cantiamo per distrarci o divertirci, per depressione o allegria: insomma, potremmo farlo per tutte le ragioni. E se proprio una canzone potesse salvare il mondo dall'estinzione?



Questa è la grande missione in cui si lancia il protagonista del particolare indie Wandersong, nato su Kickstarter e che ci mette nei panni di un menestrello. Avete capito bene: niente cavalieri dotati di spade magiche, nessuno scettro fatato o semidio, ma un semplice bardo chiamato a diventare un eroe. Basterebbe solo questo incipit per suscitare una genuina curiosità sul lavoro di Greg Lobanov, ma Wandersong riesce a fare molto di più: conquista mettendo in scena una dolce fiaba incentrata sulla forza interiore e sul mondo di regole che ci auto-imponiamo.



Ad un livello più pratico il nostro bardo non utilizza mai nessuna arma e l'unico strumento di interazione che utilizza è la sua voce, che si rivelerà preziosa lungo il viaggio che lo attende. Il suo compito è quello di trovare delle parti di una canzone magica in grado di salvare il mondo da una condanna certa ma, a dispetto della sua natura indipendente e candida, Wandersong è un'avventura in grado di intrattenere svariate ore, con alcuni colpi di scena di ottima fattura. Lobanov è infatti riuscito miscelare sapientemente romanticismo e comicità, senza far mancare puzzle e azione.

Continua la lettura su www.eurogamer.it

29 ottobre 2018 alle 17:50