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Fire Pro Wrestling World – Recensione

Fire Pro Wrestling World è il nuovo capitolo della serie Fire Pro Wrestling che vide la luce, con il suo primo capitolo, nel lontano 1989 grazie a Human Entertainment. Con lo sbarco di quest'ultimo capitolo, abbiamo deciso di dare un'occhiata più nello specifico analizzando ogni anfratto dell'ultima fatica rilasciata dalla software house giapponese Spike Chunsoft.



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La strada del combattente



Tra le diverse modalità presenti in Fire Pro Wrestling spunta tra tutte la modalità storia, intitolata Fighting Road, dove potremo migliorare le nostre skill combattendo con avversari sempre più forti del wrestling professionistico giapponese, l'IWGP Heavyweight Championship di cui Spike Chunsoft ha acquistato la licenza. Qui gli scontri si alternano a breve cutscene simili a quelle che potremmo trovare in una visual novel di non particolare interesse. Si affianca alla modalità Fighting Road un (corposo) tutorial composto da cinquanta missioni che aiuteranno il giocatore a comprendere le meccaniche e le varie strategie di gioco.



Se chi si interfaccia per la prima volta in quel di Fire Pro Wrestling World spera di ritrovarsi di fronte a un prodotto con una grafica e un gameplay che segue gli standard dei giochi tripla A odierni, rimarrà molto deluso; anche questo nuovo capitolo, infatti, rimane fedele agli standard della serie Fire Pro Wrestling, su tutti lo stile retrò, sicuramente una chicca per tutti i nostalgici. Sulla storyboard del titolo c'è poco da discutere; l'intento del gioco è quello di catapultare sin da subito il giocatore nel vivo dell'azione a colpi di suplex e altre miriadi di celebri mosse del wrestling.



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Nonostante la suddetta modalità consenta al giocatore di migliorare di missione in missione, sin da subito ci imbatteremo nelle primissime difficoltà dovute prevalentemente alla mancanza di una stamina che ci indichi lo status del nostro lottatore che, se non presteremo la dovuta attenzione, inizierà ad affaticarsi rendendo complicate alcune tipologie di mosse e mettendo in vantaggio l'avversario.



Si tratta di una scelta, certo, compatibile con la natura old school del titolo, radicalmente diversa da quella che può essere quella di un WWE 2K19 qualsiasi; in ogni caso chi non è in possesso della sufficiente dedizione, è avvisato. Una nota di demerito va al combat system molto impreciso che rende, specialmente per i neofiti, l'esperienza di gioco molto frustrante; non capiterà di rado di non riuscire a colpire o ad afferrare l'avversario per via delle hitbox non molto comprensibili. Stesso discorso per il moveset di ciascun lottatore, particolarmente ampio ma allo stesso tempo difficile da padroneggiare al di là dei tre colpi basici di entità diversa affidati agli altrettanti tasti frontali.



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5 novembre 2018 alle 17:10

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