Just Dance 2019 - recensione
Quello di Just Dance è un fenomeno che pur avendo conosciuto inevitabili momenti di crisi, pur non avendo lo stesso impatto che ebbe ai tempi del Wii, non si è mai completamente consumato, sopravvivendo, ben oltre ogni più rosea aspettativa, alla moda dell'exergaming (di cui non si sente parlare ormai da anni) e alla rincorsa, spesso disorganizzata e furiosa, ai sensori di movimento.
Dopo la stagione non proprio fortunatissima del Wii U, la saga di Ubisoft ha trovato nel Nintendo Switch il suo nuovo habitat naturale, console che sembra fatta su misura per esaltare le ormai arcinote qualità del brand. Tra queste, vale la pena annoverare l'assoluta semplicità del concept di fondo, un'immediatezza che ha permesso al brand di entrare nelle simpatie non solo di chi ha il ritmo nel sangue, ma anche di tutti coloro che amano condividere divertimento e momenti di totale spensieratezza con i propri amici.
Esattamente come per i predecessori, in Just Dance 2019 non si deve far altro che selezionare un brano tra quelli proposti nella playlist e ballare, riproducendo al meglio delle proprie possibilità le coreografie eseguite dalle silhouette sullo schermo che dettano i passi di danza. Se la versione per PlayStation 4 si affida al Move, o allo smartphone con relativa app, per tracciare, monitorare e valutare la perfomance del giocatore, su Nintendo Switch il compito è ovviamente assolto dai ben più performanti ed efficienti Joy-Con.
