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Super Rude Bear Resurrection – Recensione

Nel corso degli ultimi anni, di platform in 2D ne abbiamo visti a iosa, spesso molto simili tra loro, altre volte talmente innovativi che vien difficile pensare che questo genere possa subire ulteriori miglioramenti o introdurre feature mai viste prima. Eppure, Super Rude Bear Resurrection, ha qualcosa da dire; l'ultimo esponente di questo genere degno di nota, e che tutti ricorderanno di certo, è Super Meat Boy, dal quale l'autore Alex Rose ha preso sicuramente ispirazione. Riuscirà il suo gioco a offrire un'esperienza gradita a tutti quei giocatori autolesionisti, che fanno della difficoltà e delle numerose morti una valvola di sfogo per i problemi della vita quotidiana?





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Dalle stelle alle stalle



Rude Bear, l'orso più gangsta del moderno East London, si ritrova nell'Inghilterra medievale per affrontare la sua nemesi, Wizard. Tra l'inizio dell'avventura e l'epilogo, l'ostile protagonista dovrà morire e risorgere più e più volte (da qui il titolo del gioco).



La prima cosa che colpisce, già dal primo livello che funziona proprio da tutorial, è la velocità di gioco; non c'è tempo per pensare o, comunque, non è proprio il tipo di esperienza che vorrete fare per rilassarvi. La feature che differenzia Super Rude Bear da altri platform 2D è quella di aiutarvi e rendervi la vita più facile a ogni morte, dando un senso agli errori commessi in precedenza; il gioco infatti, piazzerà il corpo senza vita del personaggio proprio nel punto esatto in cui avete fallito. Non c'è limite, verrete aiutati fino a quando, finalmente, riuscirete a superare quel punto e forse anche l'intero livello, inficiando giustamente il punteggio finale. Tuttavia, quello che è spesso un bene, potrebbe in alcuni casi diventare ulteriore motivo di frustrazione; le vostre salme infatti, potrebbero accumularsi a tal punto da ostacolare il passaggio e spingervi verso l'ennesima morte.



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E' bene non illudersi



Gli amanti della difficoltà frustrante penseranno di trovarsi davanti a un titolo per chiunque, i più apatici, invece, penseranno di aver trovato il primo platform 2D rilassante e godibile mettendosi comodi sul divano, magari poco prima del sonnellino pomeridiano; ci dispiace deludere questi ultimi ma, nonostante il sistema di aiuti, Super Rude Bear rimane un gioco dalla difficoltà sopra la media, impegnativo anche per i più esperti.



Nonostante ogni livello sia stato studiato per poter essere completato senza aiuti, nel caso non foste troppo navigati del genere (come il sottoscritto peraltro) difficilmente riuscirete a portarli termine (anche nel caso dei primi, più facili) senza morire almeno una ventina di volte. E' di importanza primaria prendere le misure del mondo di gioco, proprio perché non avrete abbastanza tempo per pensare o calcolare una traiettoria; in certi casi fermarsi non è proprio una scelta sensata, anche perché la frenesia del gameplay non vi permette così tanta precisione. L'orsacchiotto predilige il salto singolo ma, all'occorrenza, può aggrapparsi ai muri saltellando o modificare la traiettoria in volo, richiedendo da parte vostra una precisione elevata, aiutata da un'accurata sensibilità degli stick analogici.



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23 novembre 2018 alle 20:50

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