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Yomawari: The Long Night Collection - recensione

NIS America ha recentemente pubblicato su Switch questa raccolta che include i due capitoli della serie Yomawari. Il primo, sottotitolato Night Alone, uscì tre anni fa su PS Vita e PC, seguito a distanza di un biennio quasi esatto da Midnight Shadows, che allargò il bacino d'utenza a PlayStation 4. Trattasi di due pseudo-horror molto particolari, scaturiti dalla fantasia e dalla creatività di Yu Mizokami, deus-ex machina della serie e designer degli ultimi capitoli di Disgaea.



I giochi sono ambientati in tempi diversi ma hanno molti punti in comune. Ne sono protagoniste due fanciulle che per motivi abbastanza futili perdono la strada di casa e sono costrette a percorrere le vie della loro città di notte, quando creature soprannaturali e mostri di ogni genere prendono forma.



L'ispirazione tematica a La Città Incantata dello Studio Ghibli è più che evidente, e il fine ultimo è più o meno lo stesso (la crescita personale e il superamento delle paure), come simile è anche il filo conduttore. Nell'opera del maestro Miyazaki assistiamo al mutamento progressivo della protagonista, necessario se non vitale per adattarsi alle difficoltà e superarle. In entrambi gli Yomawari, a giocare un ruolo importante è l'imprevisto, l'inaspettato, il tiro mancino che la vita può riservarti in qualsiasi momento... e il modo in cui lo si affronta.

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20 dicembre 2018 alle 10:40