L'ora più buia di The Legend of Zelda - editoriale
Ripercorrendo la storia dell'Hylian dal cappuccio verde la memoria comincia a viaggiare tra regni coloratissimi, luoghi in cui un sole splendente illuminava villaggi nascosti dalle fronde degli alberi accarezzando buffe e meravigliose creature.
Nonostante il restilying al quale la serie è stata sottoposta in occasione del lancio di Nintendo Switch, il feeling regalato dagli Hyrule Fields non ha perso nemmeno un'oncia della sua atmosfera magica, liberando la fantasia dei giocatori in un mondo ancor più vasto e pregno di emozioni. Oceani, praterie sterminate e deserti hanno preservato quell'ispirazione fiabesca capace di portarci dall'altro lato dello specchio, lasciando che ci perdessimo nella scoperta di un universo alieno e al tempo stesso familiare.
Questi elementi hanno accomunato tutti i capitoli della serie, eccetto uno. The Legend of Zelda Majora's Mask, pubblicato nel 1999 per Nintendo 64, stravolgeva completamente la formula originale della saga attraverso un gameplay teso e claustrofobico, una filosofia di scrittura quantomeno pessimista e un livello di difficoltà decisamente superiore agli standard della grande N.
