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One Piece World Seeker – Recensione

Sono passati la bellezza di vent'anni da quando un ben più giovane Eiichirō Oda decise di prendere carta e penna e dar vita al mondo di One Piece. Questo shōnen a tema piratesco ha saputo con il tempo crearsi la propria reputazione e la propria cerchia di fan, fino a entrare nell'olimpo dei manga più longevi di sempre. Mentre i diretti concorrenti (Naruto e Dragon Ball) procedono spediti a suon di spin-off e improbabili sequel, One Piece è sempre riuscito a mantenere salda la rotta, pronto a rivelare al mondo intero il contenuto del misterioso tesoro di Gold Roger. A inizio anno, infatti, lo stesso Oda è tornato a parlare di questa questione, dichiarando che le avventure di Rufy e soci sono ancora lontanissime dal ritenersi concluse.



Associare però la parola videogiochi a One Piece, difficilmente riesce a far scaturire sensazioni positive. Tra picchiaduro e musou vari, i ragazzi di Bandai Namco, unici detentori del brand, non hanno mai saputo sfruttare a dovere questa licenza, regalando al povero pubblico pagante dei titoli che, al di fuori del mero fattore affettivo, sapevano dare ben poco. Ecco quindi che, quando nel lontano 2017 fu annunciato questo action open world, i fan gridarono al miracolo. Poteva questo essere il gioco definitivo capace di rendere omaggio a una saga ventennale? One Piece World Seeker è finalmente giunto tra noi, ma sarà stato in grado di soddisfare le aspettative?



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Benvenuti sull'Isola Carceraria



Prima di procedere all'analisi di tutte le questioni riguardanti il lato narrativo, dobbiamo fare alcune precisazioni. Le vicende narrate infatti in One Piece World Seeker si collocano esternamente rispetto alla continuity del manga firmato da Oda, regalando così un racconto molto più vicino a una pellicola cinematografica che a un volume canonico. Questa formula, sebbene favorisca la fruizione da parte di giocatori che ben poco conoscono le vicende di Rufy, potrebbe non essere apprezzata totalmente dagli amanti di vecchia data di cappello di paglia. Fortunatamente, però, il buon livello di fan service presente in questo action sarà in grado di soddisfare anche il palato più esigente. A eccezione di un paio di personaggi inediti, nel gioco faranno la loro comparsa un gran numero di nemici e “amici” storici che, alcune volte in maniera un po' troppo forzata, animeranno gli eventi di questa nuova isola misteriosa chiamata Isola Carceraria.



In seguito al fallimento di un piano per recuperare il tesoro della Prigione Celeste, Rufy e la sua colorita ciurma finiranno naufraghi su quest'isola tutta nuova, pronti a cominciare una nuova avventura. Una volta atterrati dalla prigione volante, il giovane pirata farà la conoscenza di Jeanne, una procace ragazza, figlia del vecchio leader dell'isola, impegnata con tutta sé stessa ad assopire qualsiasi contrasto all'interno del territorio.



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L'intera isola è infatti divisa da tempo in due schieramenti ben distinti (pro Marina e anti-Marina), nessuno dei quali riesce ad accettare le motivazioni dell'altro. La Marina, nonostante cerchi di apparire benevola nei confronti della popolazione locale, ha ben altri obiettivi. Isaac, il nostro antagonista e massimo rappresentante della Marina sull'isola, vorrà infatti mettere le mani su un tipo di pietra autoctona, il cui potere distruttivo può essere equiparato a quello delle famose armi ancestrali.



Durante i diciassette capitoli necessari per completare la trama principale, ci troveremo dunque a scorrazzare liberamente per l'Isola Carceraria completando missioni e incontrando alcune vecchie conoscenze. La storyline principale non è riuscita a convincerci totalmente, sia per colpa di una limitata profondità, sia per una cattiva gestione della sua progressione. Si passerà infatti da capitoli della durata di un paio d'ore ad atti caratterizzati da una singola missione terminabile in una decina di minuti. Un'altra cosa che proprio non siamo riusciti a digerire riguarda un espediente narrativo che priverà Rufy del preziosissimo viaggio rapido durante gli ultimi due capitoli, costringendoci così a perdere minuti preziosi in banali spostamenti. Fortunatamente il buon numero di missioni secondarie riuscirà in parte a sopperire a una trama poco coinvolgente. Nonostante alcune fetch quest e missioni ripetitive, poche per fortuna, una parte delle quest secondarie racconterà un punto di vista diverso sugli eventi in corso, mentre altre stimoleranno il giocatore a esplorare interamente il complesso territorio dell'isola.

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25 marzo 2019 alle 15:40

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