Journey to the Savage Planet - anteprima
Quando Journey to the Savage Planet fu mostrato al pubblico per la prima volta nel corso dei The Game Awards 2018, furono in molti a pensare immediatamente all'ennesimo survival ambientato in un mondo sconosciuto, ad un'esperienza figlia delle meccaniche già incontrate in opere come No Man's Sky o Subnautica, dotata di profonde radici legate al crafting e di un'ispirazione prossima al concetto di gameplay radiante.
La prima, grande notizia è che ci siamo tutti sbagliati di grosso: Journey to the Savage Planet è una colorata, brillante e irriverente avventura in single player estremamente vicina alle meccaniche tipiche del genere 'metroidvania', un viaggio open-world a piattaforme che corre lungo una strada fatta di enigmi, puntando senza troppi fronzoli verso una serie di finali ben definiti.
Sorpresi? Noi di certo: ormai, vedendo gli strambi paesaggi di un pianeta alieno attraverso la visuale in prima persona di un ignaro astronauta, viene naturale pensare alle moderne simulazioni di sopravvivenza sviluppate sulle fondamenta del farming, ma la verità è che il titolo di Typhoon Studios ha un'anima molto più old school di quanto si potrebbe mai immaginare.
