Harry Potter: Wizards Unite - prova
Quando il fenomeno Pokémon Go è esploso per la prima volta, in quell'incredibile estate del 2016, lo sviluppatore Niantic si è trovato tra le mani un successo incredibile, che andava ben oltre le sue aspettative. Costruito sulle ceneri di Ingress, lanciato tre anni prima, la tecnologia di portata mondiale appartenente a Niantic era perfetta per il franchise di Pokémon, conosciuto in tutto il mondo. Il fenomeno di cultura pop che ne è derivato ha portato il gaming in strada e ha lanciato una trottola che continua a fare soldi ancora oggi. Adesso, dopo oltre tre anni, Niantic vuole rifare tutto da capo, e questa volta persino meglio.
Quando Harry Potter: Wizards Unite verrà lanciato, in un giorno imprecisato del 2019, sarà molto più solido di quanto lo fosse Pokémon Go alla sua uscita. Il set di funzionalità minime al lancio di quest'ultimo, infatti, è rimasto invariato per quasi un anno, mentre Niantic definiva e stabilizzava la sua creazione. Un anno in cui una parte del suo pubblico lo ha abbandonato. Giocare alla beta di Wizards Unite è un'esperienza profonda e completa, che ricorda quella raggiunta soltanto dopo tre anni di Pokémon Go, con una serie di idee fresche e familiari e server veloci.
Iniziamo a parlare delle nuove caratteristiche, perché è proprio lì che risiede la vera identità di Wizards Unite. Si tratta di un gioco mobile basato sulla geolocalizzazione in cui i nostri personaggi si muovono sulla mappa come facciamo noi, con punti d'interesse che ci faranno alzare il sedere dal divano per andarcene in giro nel nostro quartiere. Laddove la filosofia di Pokémon Go rifletteva i punti di forza propri del suo franchise, come il collezionismo e gli scontri competitivi, Wizards Unite riflette invece il mondo di Harry Potter, con un'attenzione fermamente rivolta al gameplay collaborativo e una fetta notevole dedicata alla narrazione.
