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Borderlands 3 - prova

Los Angeles - Fino a qualche tempo fa nel mondo dei videogiochi esisteva una regola aurea per creare il sequel perfetto, che potremmo chiamare la Prima Legge di CliffyB. Questo in onore di Clifford Michael Bleszinski, al tempo giovane e rampante designer di Gears of War, che è stato il primo ad esplicitarla in maniera così chiara durante la presentazione di Gears of War 2. In altre parole, secondo CliffyB, per avere un seguito di successo basta poco: è sufficiente creare un'esperienza similare stando però attenti a renderla più grande, più rifinita e soprattutto più spettacolare. In inglese suona molto bene: bigger, better and more badass.



Seguendo queste indicazioni, difficilmente si sbaglia. 2K e Gearbox devono pensarla nello stesso modo tanto che Borderlands 3, al momento, sembra esattamente questo: una versione più grande, esagerata e rifinita del padre dei looter shooter.



Le novità introdotte dallo sviluppatore texano, infatti, al momento non sembrano stravolgere la formula che ha consentito loro di vendere milioni di copie qualche anno fa. Anche perchè forse non ce n'era particolarmente bisogno. Quello che hanno fatto è stato il prendere il meglio di tutto quello che è uscito finora (la violenza del primo capitolo, i pestoni di The Pre-Sequel) e impacchettarlo in una nuova enorme serie di missioni. Col risultato che Borderlands 3 è ancora dannatamente veloce, stiloso e divertente.



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1 maggio 2019 alle 20:10