Borderlands 3: presenti le microtransazioni
La serie di Borderlands non è nuova a contenuti a pagamento. In questi giorni, a seguito del reveal del gameplay il 1 maggio, c'è stata parecchia confusione sulla questione microtransazioni, se il gioco ne avrebbe avuti e come.
Randy Pitchford (che ricordiamo intanto di essere impelagato nell'accusa di furto e pedopornografia) aveva annunciato che il gioco ne sarebbe stato privo, ma sembrerebbe non sia vero.
Pitchford si sarebbe espresso male quando ha detto che non ci sarebbero state piccole aggiunte a pagamento “come nei free-to-play”. Le microtransazioni farebbero parte di Borderlands 3, ma riguarderebbero solo cambiamenti estetici.

Queste le parole del creative director Paul Sage a Game Informer, che ha scatenato l'ira di Pitchford su Twitter, scrivendo al sito d'informazione di aver scelto volutamente di piazzare un titolo clickbait e di averne travisato le parole.
Come on guys – shitty clickbait headline. Literally seconds before I said that, I made it very clear we're going to do more cosmetic stuff like we did in Borderlands 2. You know I was talking about premium currency and loot boxes kind of stuff NOT being in our game.
— Randy Pitchford (@DuvalMagic) May 1, 2019
Il CEO di Gearbox Software ha confermato che il gioco avrà almeno un DLC corposo che si collegherà alla campagna principale, ma ha smentito categoricamente microtransazioni riguardanti lootbox et similia. Oggetti estetici come skin per personaggi, veicoli e armi, saranno però presenti, sebbene non impatteranno sul gameplay in stile pay-to-win.
Speriamo di non arrivare ai livelli di Borderlands 2, che ridendo e scherzando, tra teste e skin varie può contare su una cinquantina di contenuti a pagamento.
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