Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Drowning – Recensione

Creare un gioco, o un'esperienza come si sente spesso dire negli ultimi tempi, con l'obbiettivo di suscitare emozioni o indurre il giocatore a riflettere su certe tematiche, non è facile. Lo studio Polygonal Wolf si è voluto cimentare in quest'ardua sfida, raccontando la depressione vissuta da un ragazzo durante gli anni della scuola. Spesso, nei videogiochi, ci siamo trovati a interagire con personaggi affetti da disturbi e patologie di ogni genere, depressione compresa, ma raramente ne abbiamo impersonato uno, entrando a contatto con i suoi pensieri e tutti i problemi causati dalla malattia. Questo è Drowning, che oggi recensiremo per voi.



https://i2.wp.com/www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2019/04/DROWNING_001.jpg?resize=600%2C338&ssl=1



Toccare il fondo, per poi risalire



Parlare del comparto narrativo di questo titolo, rimanendo perfettamente oggettivi è quasi impossibile. Come altre produzioni, improntate sul coinvolgimento emozionale, il giudizio finale può cambiare sensibilmente; qualcuno che magari ha vissuto un'esperienza simile, direttamente o indirettamente, potrebbe farsi coinvolgere e vivere a pieno Drowning, a differenza di chi è più distante da certe tematiche. Fatta questa piccola, ma doverosa premessa, partiamo con l'introdurre la trama vera e propria. In questo walking simulator, esplorando paesaggi più o meno immersi nella natura, conosceremo la storia di un ragazzo che parla della sua vita e del suo rapporto con la depressione, dall'ottavo al dodicesimo anno di scuola.



Volendo fare un paragone con il sistema scolastico italiano, la storia è ambientata tra l'inizio delle scuole medie e la fine delle superiori; un periodo dell'adolescenza in cui si è particolarmente sensibili e vulnerabili psicologicamente. Durante il nostro cammino, compariranno a schermo delle frasi che rappresentano i pensieri del protagonista e parlano della sua routine, di quello che gli accade e dei suoi stati d'animo.



https://i0.wp.com/www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2019/04/DROWNING_002.jpg?resize=600%2C338&ssl=1



Abbiamo apprezzato molto la scelta di personificare la depressione, che viene indicata come un qualcuno più che come un qualcosa. Una presenza costante, che in alcune fasi dell'avventura arriva addirittura a comunicare con noi. L'introduzione è un po' lenta e, complice il disastroso comparto tecnico di cui parleremo più avanti, potreste avvertire un po' di noia e non entrare affatto in empatia con il personaggio e la sua storia. Più avanti comunque, la vicenda viene esposta in maniera più chiara con un conseguente aumento del coinvolgimento del giocatore, anche grazie a un ritmo narrativo più incalzante.



Si avverte che chi parla ha vissuto in prima persona la depressione, i sentimenti sono quindi genuini ed è per questo che, in alcuni momenti, Drowning è riuscito a toccare le corde giuste e ad emozionarci. Ciò che di positivo c'era da dire sul gioco però è finito, per cui ci tocca parlare di tutti i problemi che affliggono questa produzione, limitandone il potenziale. Partendo dalla trama che, in molti casi, poteva essere raccontata in maniera diversa, soprattutto per quanto riguarda le fasi iniziali e i diversi finali (visto che il gioco ne prevede uno principale e tre segreti). La narrazione infatti fa un po' fatica a decollare e poi, quando finalmente entra nel vivo facendosi più coinvolgente, non riesce, secondo noi, a concludere in maniera chiara e soddisfacente.



https://i2.wp.com/www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2019/04/DROWNING_003.jpg?resize=600%2C338&ssl=1

Continua la lettura su www.playstationbit.com

15 maggio 2019 alle 17:10

Condiviso da popcornking.