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Samurai Shodown - recensione

C'è stato un periodo, nella storia dei videogiochi, dove il titolo del momento non lo si trovava sullo scaffale di una catena di negozi o lo si preordinava online. Per giocarci, bisognava andare in una sala giochi, spesso un bar, e inserire un gettone in un cabinato.



Questa pratica, che suona ormai come preistorica per gli appassionati di oggi, ha segnato la carriera di coloro con qualche anno in più alle spalle, spesso accendendo la scintilla che ancora oggi alimenta il fuoco che ci tiene incollati agli schermi. Sì, anche quella di chi vi scrive.



In quest'epoca racchiusa tra la fine degli anni '80 e i primi del 2000, l'ingombrante hardware che ingoiava i nostri soldi ha ospitato molti dei giochi sviluppati dai grandi nomi dell'industria del divertimento, alcuni dei quali hanno continuato e continuano ancora oggi a sfornare ottimi titoli; altri invece hanno mal reagito al cambio dei tempi.



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25 giugno 2019 alle 12:10

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