The Sinking City – Recensione
Quella dell'autore Howard Phillips Lovecraft è una storia decisamente strana. Poco considerate in vita, le sue opere horror sono reputate ai giorni nostri dei veri capolavori. Questa è in linea di massima l'evoluzione dei videogiochi legati ai suoi romanzi, un terreno poco battuto che negli ultimi anni sta appassionando vari sviluppatori tra cui i ragazzi di Frogwares, che hanno creato l'ambizioso The Sinking City.
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Saluti da Oakmont
L'avventura dell'investigatore Charles Reed inizia sull'unica, sgangherata nave in grado di portarlo nella sperduta città di Oakmont, luogo in cui lo attende il professor Johannes Van Der Berg; lo studioso di isteria e occulto si è detto pronto a studiare le strane visioni del detective che lo attanagliano da anni. Strani mondi sommersi e gigantesche creature dall'aspetto mostruoso sono solo alcune delle proiezioni che la mente di Charles Reed sembra in grado di creare e che, dopo pochi attimi nella città, si accorgerà non essere solo frutto della sua fantasia. La sospetta accoglienza del professore porterà il nostro detective a socializzare con Richard Throgmorton, esponente di una delle famiglie di spicco della città subito pronto a fornire al nostro eroe un incarico per saggiare le sue qualità investigative e decidere se aiutarlo oppure ostacolarlo.
Inizia così, senza troppi preamboli, la storia di The Sinking City, fin da subito impregnata di tutto il meglio dei racconti di Lovecraft sui Grandi Antichi e che si dipanerà in una serie di missioni principali e secondarie andando via via a infittire un mistero che diventerà sempre più oscuro e appassionante. Non passerà molto prima di incappare in rituali occulti, mostri pronti a farci la pelle e personaggi di cui diffidare; una splendida cartolina dalla ridente Oakmont, insomma, senza contare che le visioni del nostro investigatore non faranno che peggiorare, complici gli orrori della città.

Dovevo portare l'impermeabile
The Sinking City è un titolo d'azione e investigazione totalmente open world; ciò significa che fin dalle prime fasi i giocatori potranno mettersi a esplorare liberamente la città di Oakmont sfruttando i due principali mezzi di locomozione, ossia i piedi e la barca. A seguito di una grave inondazione, definita addirittura sovrannaturale da alcuni abitanti del luogo, la città si ritrova parzialmente sommersa e per superare certe aree sarà necessario l'utilizzo della barca in dotazione al detective Reed, gentile omaggio del professor Van Der Berg, manovrabile con relativa semplicità negli stretti canali che una volta erano strade asfaltate. La disponibilità di un open world ha poi permesso al team di creare missioni principali e secondarie che faranno sentire il giocatore un vero e proprio investigatore privato; la struttura base delle richieste sarà tendenzialmente sempre la stessa, con un personaggio che ci darà delle informazioni in merito a un evento che dovremo approfondire.
La parte investigativa inizia in quel momento, perché quelle fornite ai giocatori altro non saranno che piste da studiare da cui trarre informazioni utili al nostro caso. Il fatto che un soggetto che stiamo seguendo sia stato in carcere potrebbe spingerci a esaminare gli archivi della polizia, un lavoro importante potrebbe portarci a studiare le interviste dei giornali locali e così via. Questa ricerca rende perfettamente l'idea di ciò che un investigatore dovrebbe fare, ossia raccogliere informazioni e seguire tracce per arrivare a un nome e un luogo. Proprio qui si passa a una seconda fase dell'indagine, quella esplorativa.
