Redeemer: Enhanced Edition - recensione
La descrizione del sottotitolo di questa recensione calza a pennello al buon vecchio Kratos. Stavolta però non si parla del celebre Dio della Guerra ma del protagonista di Redeemer, che non arriva dall'antica Grecia bensì dalla Madre Russia, patria del team di sviluppo Sobaka Studio che ha dato alla luce questo gioco all'incirca 2 anni fa. Ci piacque anche se i difetti non mancavano, per questo da questa Enhanced Edition, che porta il gioco anche su console, ci aspettavamo una discreta revisione sotto il profilo estetico/ludico e una buona dose di novità. Entrambe le cose non sono mancate, ma il risultato finale non è cambiato un granché.
Redeemer è un picchiaduro con visuale dall'alto, alla Diablo diciamo, che fa della velocità e della violenza le sue due bandiere. Ne è protagonista Vasily, un ex militare/mercenario che dopo aver riempito la sua anima di lordure e sangue decide di ritirarsi a vita monastica per espiare i propri peccati. Come il buon Steven Seagal insegna propositi di questo genere non durano molto e il passato ti viene a cercare anche nell'angolo più remoto del pianeta. Detto, fatto... i suoi "amici" monaci vengono sterminati e la rabbia che Vasily pensava di aver seppellito dentro di sé si fa nuovamente strada nelle sue vene. Detto in parole povere: si incazza di nuovo e inizia a menare come se non ci fosse un domani.
Questo scontatissimo incipit fa da debole collante ad un gioco che lascia poco spazio alla materia grigia e lo concede quasi tutto ai polpastrelli. Lungo i sedici capitoli da cui è composto dovrete preoccuparvi solo di tenere sotto controllo l'energia vitale di Vasily e di picchiare più velocemente e pesantemente che potete. Il combat system non è particolarmente complesso e prevede l'utilizzo indipendente di pugni e calci, che danno vita ad una serie di combo abbastanza canoniche. Esistono ovviamente le uccisioni ambientali, chiaramente violentissime e abbastanza scenografiche anche se alla lunga tendono a ripetersi fin troppo.
