Gamescom 2019: Bleeding Edge - prova
L'acquisizione di uno studio importante come Ninja Theory da parte di Microsoft è una di quelle notizie che ha fatto rizzare a molti le antenne. Il divario con la principale concorrente Sony sul fronte delle esclusive software è stato evidente nelle ultime due generazioni di console, ed investire sugli studi first party è esattamente quanto il colosso di Redmond doveva fare. Che il primo titolo sfornato dai talentuosi ragazzi inglesi fosse totalmente diverso nello stile e nell'impostazione dai precedenti (e apprezzati) progetti, però, probabilmente se lo sarebbero attesi in pochi.
Bleeding Edge è il frutto del lavoro di una branca del team, già piuttosto limitato numericamente, che ha deciso di abbandonare momentaneamente l'impostazione single player per dar vita ad un titolo multiplayer 4 vs. 4 ad eroi e in terza persona. Come già osservato in occasione della prova dell'E3, strutturalmente il titolo strizza fortemente l'occhio ad Overwatch ed al genere dei MOBA.
La scelta tra una decina di eroi dalla caratterizzazione estetica sopra le righe ci porta all'interno di match in cui i due team si sfidano con l'obiettivo di ottenere il maggior punteggio. La modalità propostaci anche in questa occasione era la stessa portata dal team a Los Angeles, ossia una sorta di conquista in cui l'obiettivo è occupare dei punti specifici della mappa che si attivano randomicamente.
