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Blair Witch - recensione

La storia di Blair Witch non nasce il 14 luglio del 1999, con l'uscita del film The Blair Witch Project nelle sale cinematografiche, ma qualche tempo prima con una campagna marketing letteralmente rivoluzionaria per l'epoca e che oggi definiremmo virale. Da mesi prima, infatti, sui forum di tutto il mondo non si fece altro che parlare della vera storia di tre ragazzi scomparsi nella foresta di Burkittsville, nel Maryland, nel 1994 e dei filmati ritrovati dalla polizia.



Solo in seguito si capì che la strega di Blair e la disavventura di Heather, Michael e
Joshua (veri nomi degli attori e dei protagonisti della pellicola) era in realtà un falso documentario: un genere nato nel 1980 con l'italiano Cannibal Holocaust e che nell'ultimo ventennio ha riscosso un successo clamoroso nel panorama horror.



Tutto questo per dire che se non avete mai visto l'originale The Blair Witch Project dovete farlo, ma soprattutto che Blair Witch non è solo quello che vedrete a schermo, ma è tutta l'incredibile campagna virale che c'è stata alle spalle, quando ancora Internet era alla sua versione 1.0, per così dire. Attenzione, per giocare al titolo di cui vi parliamo oggi non è strettamente necessario aver visto il film, ma è quantomeno fortemente raccomandato per evitare di perdere contestualizzazione e citazioni.



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30 agosto 2019 alle 16:10