Children of Morta - recensione
Sono rari, ma esistono. Parliamo di quei giochi da cui ci si aspetta poco o che si immaginano con dimensioni piuttosto modeste, e che invece ti esplodono in faccia lasciandoti senza fiato dopo averti portato via un monte ore che non credevi possibile. Children of Morta è uno di quei giochi. Lo carichi la prima volta e ti cattura subito con una pixel-art di primissima qualità, ma ancora pensi si tratti di un titoletto con cui passare qualche decina di minuti ogni tanto, uno di quelli che chiuderai in 5 o 6 ore e potrai cancellare per sempre dal backlog.
Niente di tutto questo. Dopo l'immancabile prologo/tutorial che permette di assimilare il semplice sistema di controllo (per il quale è consigliato il controller ma anche la combo tastiera-mouse funziona bene) vorrete vedere il capitolo successivo, poi quello dopo... e quello dopo ancora. Le famose 5 ore a cui accennavamo poco fa sono state da noi consumate quasi interamente solo nella prima sessione. Il tempo è volato via senza che ce ne accorgessimo, siamo stati letteralmente catturati dal semplice ma irresistibile mix di Action-RPG, Hack 'n' Slash ed elementi rogue-lite.
La storia di Children of Morta vi porterà a conoscere la famiglia Bergson, una piccola comunità che vive in armonia e ama le cose semplici. Sulle loro spalle grava però un peso non indifferente, la custodia dei segreti del Monte Morta. Sapete già dove stiamo per arrivare, vero? Esatto, l'equilibrio mantenuto esattamente fino all'istante in cui avete caricato il gioco si spezza e qualcosa di oscuro e malvagio mina dalle radici la serenità dei Bergson e di tutto il loro pianeta. Che sfiga, succede sempre così.
