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Kerbal Space Program 2 - prova

Quando un gioco si concentra sulla simulazione rigorosa di una particolare attività umana, ci aspettiamo automaticamente un pubblico di nicchia, disposto a spendere una quantità di tempo abnorme a navigare tra mille dettagli tecnici che hanno un significato, per l'appunto, solo per questa nicchia. Eccezioni come Flight Simulator sono, per l'appunto, eccezioni che si appellano al fascino del volo e a una simulazione scalabile (in quanto a dettaglio) per attirare più giocatori.



Chi l'avrebbe mai detto che una simulazione di balistica e fisica spaziale potesse arrivare a convincere un pubblico che si conta sulle milioni di unità? Probabilmente nessuno se non i ragazzi di Squad, gli autori di Kerbal Space Program, che hanno creato un gioco che, al di là del successo commerciale, è riuscito ad appassionare, sia per il rigore della sua simulazione, che per come ha trattato l'intero tema, dall'interfaccia al gameplay, passando per l'atmosfera e i testi.



Insomma, per farla breve, KSP è riuscito a far digerire in un videogioco una curva d'apprendimento ripida e, udite udite, studio e calcoli. Ci è riuscito con una sfida che fa dell'iterazione il suo punto focale (ovvero la ripetizione di esperimenti fino al successo) con feedback continuo, metodo scientifico, humor e un'interfaccia che riusciva a insegnare i principi base della balistica senza essere troppo pesante ne' impenetrabile.



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9 settembre 2019 alle 10:40