Greedfall - recensione
Il mondo degli action RPG open world è decisamente complesso per qualsiasi team voglia metterci piede in maniera profittevole. I valori di produzione necessari per portare sul mercato qualcosa che abbia delle buone possibilità di riuscita sono infatti tra i più alti in assoluto. Ma non solo, prodotti come The Witcher e, prima di lui, Dragon Age e Skyrim, hanno condotto il genere a un livello qualitativo generale che il pubblico considera ora il nuovo punto di partenza (come anche la serie Assassin's Creed e altri titoli ambientati in ere più moderne).
Per questo, quando un nuovo gioco viene annunciato in questo genere siamo subito immediatamente molto curiosi dell'approccio e delle novità su cui il team vuole fare leva per differenziarsi dai giganti. Greedfall, il titolo che qui recensiamo, ci ha impressionato sotto diversi punti di vista con i suoi trailer e le sue sequenze di gioco. Da un lato l'aspetto tecnico, che riusciva a reggere il confronto con gli altri titoli menzionati (un ottimo risultato, considerata la dimensione limitata del team, circa cinquanta persone in tutto); dall'altro una certa maturità nei temi trattati e spettacolarità nei combattimenti, soprattutto con i boss. Venuto il momento di verificare queste premesse ci siamo quindi calati in questo mondo fantasy con grande entusiasmo...
Ecco, la prima cosa che colpisce è proprio il mondo, l'universo di gioco. Greedfall sembrerebbe ben ancorato al periodo che va tra il 1500 e il 1600. I galeoni, le prime armi da fuoco, i vestiti dell'epoca e, in generale, l'intera configurazione della società (politica, militare e sociale) paiono plasmati su quell'epoca. Poi però ci si rende conto ben presto che l'ambientazione è di fantasia, pur mimando alcuni macro eventi che i nostri antenati hanno incontrato al tempo. Uno di questi è il Malichor, una pestilenza che sta decimando la popolazione e che dà il via alle vicende narrate nel gioco.
