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Death Stranding trae ispirazione da lettere di guerra e dai rifugi sul monte Fuji

Ormai non è un segreto che, ogni volta che Hideo Kojima parla di Death Stranding tira fuori la parola "connessione". Durante il Tokyo Game Show sono stati mostrati alcuni gameplay che ci hanno permesso di capire alcune meccaniche del gioco. Tuttavia in Death Stranding c'è molto di più e a parlarne durante un'intervista è proprio il suo creatore.



"Gli strumenti social come ad esempio Twitter non mettono in comunicazione veramente le persone. C'è sempre qualcuno che adora essere crudele rimanendo nell'anonimato. Death Stranding vuole combattere questi comportamenti utilizzando l'omoiyari, una parola giapponese che potrebbe essere tradotta come empatia".



Per esprimere meglio il concetto, Kojima prende in esame gli accadimenti successi nel secolo scorso. "All'epoca c'era un soldato di guerra che scriveva lettere a sua moglie. Il trasporto avveniva via mare, ci volevano all'incirca quattro mesi. Poi, una volta che la lettera arrivava a destinazione, la moglie poteva leggerla. Tuttavia quelle lettere parlavano di cose successe mesi prima: il soldato nel frattempo sarebbe addirittura potuto morire, poiché non erano lettere scritte in tempo reale. La moglie doveva pensare a cosa stava passando il marito quattro mesi prima, in questa situazione: questo è l'omoiyari, il prendersi cura degli altri".



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17 settembre 2019 alle 13:20

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