Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Borderlands 3 - recensione

Sette lunghi anni son passati da Borderlands 2, e a dirla tutta sembra soltanto ieri che Randy Pitchford salì su palco per presentare ufficialmente Borderlands 3. In questo lungo periodo di tempo, però, il brand non è stato accantonato, anzi sono usciti titoli come Tales from the Borderlands che abbracciava però un genere differente, e Borderlands The Pre-Sequel, che per quanto apprezzabile non ha ampliato più di tanto la formula del secondo capitolo.



Quello che serviva per continuare la naturale evoluzione della saga era proprio un terzo capitolo, un tanto agognato seguito che doveva porsi come obiettivo quello di portare la formula a un livello successivo, similmente a quanto accadde tra il primo e secondo gioco. Così settembre è arrivato, e il re dei looter shooter è pronto a riprendersi il suo trono.



In Borderlands 2 l'avventura terminava con la sconfitta di Jack e la scoperta dell'esistenza di altre cripte, con l'obiettivo naturalmente di scoprirle ed evitare che finissero nelle mani sbagliate. Il terzo capitolo inizia la narrazione diverso tempo dopo, con Lilith a capo dei Crimson Rider e senza mappa della cripta, sottrattale durante un assalto. La vera minaccia però non è tanto l'assenza della mappa, quanto invece, come da sua stessa ammissione, l'essersi concentrata così tanto sulle cripte da non aver dato il giusto peso a due nuovi soggetti molto particolari: Troy e Tyreen Calypso.



Leggi altro...

Continua la lettura su www.eurogamer.it

18 settembre 2019 alle 18:30