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Mutazione - recensione

"Manca pochissimo cetriolino di mare! Affacciati sul ponte, terra in vista!" Spero che non siano tutti così. Non parlo di aspetto, anche se certo quello non aiuta. Non parlerei di bruttezza, non userei di certo la parola mostruoso per definirlo. È diverso, è...come dire? Inimmaginabile, un incontro di colori, forme e accostamenti inaspettati. Sembra tutto apparentemente casuale ma con quel non so che di armonioso che mi attira, mi incuriosisce. Il problema di Graub non è l'aspetto curioso né il fatto che sia un mutante. No, il problema di Graub è l'odiosamente stupido nomignolo che mi ha affibbiato. "Eccoci cetriolino di mare, finalmente casa. Finalmente Mutazione".



Mutazione è il nome dato a un disastro e a una tragedia, dato a un'isola, dato alle macerie e alla comunità che da esse è nata. Il titolo di un'avventura narrativa che il team danese di Die Gute Fabrik ha definito una "soap opera mutante" sminuendo sotto molti aspetti la qualità stessa del loro lavoro. Una comunità che ha iniziato a compiere i suoi primissimi passi 100 anni prima dell'inizio dell'avventura della giovane Kai e che nasce zoppicante e imperfetta dalle ceneri piene di sofferenza e dolore di una precedente.



Benvenuti a Mutazione, una risposta improbabile ma estremamente affascinante alla domanda cosa succederebbe se una località turistica dei tropici venisse colpita da un meteorite? Il Drago Lunare ha colpito non guardando in faccia nessuno, sterminando il grosso della popolazione e spingendo i pochi sopravvissuti a... cambiare. Con il passare del tempo, e con l'emergenza che progressivamente è rientrata, nasce una piccola comunità quasi completamente isolata dal resto del mondo formata da quelli che tutti, di comune accordo, chiamano mutanti.



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13 ottobre 2019 alle 22:50