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Minecraft RTX - prova

Non capita spesso che una singola tecnologia grafica scateni tutto questo putiferio. Eppure il Ray tracing, ovvero -detto con parole molto semplici- l'accurato calcolo di ogni raggio di luce presente sulle schermo di un videogioco e soprattutto di ogni suo "rimbalzo" sulle diverse superfici, potrebbe realmente cambiare tutto.



Beh, forse non tutto, dato che questa tecnologia non influenza in nessun modo il gameplay, ma sicuramente promette di far fare alla grafica dei videogiochi quel balzo generazionale che da un bel po' di anni stavamo aspettando. Perché vanno bene modelli poligonali sempre più complessi e articolati, o risoluzioni a 2, 4 o 8K, ma è la luce a cambiare tutto. È lei che definisce i colori, i bordi, i contrasti. Senza considerare le trasparenze, i riflessi e persino la sensazione di profondità.



La dimostrazione più palese, probabilmente, potrebbe arrivare da Minecraft. Il gioco di Mojang, come tutti sapranno, è formato da un insieme di cubi di colore e consistenza differente: ci sono quelli di mattoni, quelli di lava e quelli di vetro. All'apparenza, quindi, il blockbuster di Microsoft può sembrare piuttosto semplice coi suoi profili squadrati e i personaggi abbozzati. Basta però applicare la discreta gestione delle luci della versione attualmente in commercio ed ecco che i professionisti sono in grado di creare paesaggi meravigliosi con i pochi strumenti che hanno a disposizione. Dungeon oscuri, città che si illuminano di notte e vulcani che eruttano lava. Tutto davvero molto bello, ma con il Ray tracing si passa letteralmente su di un altro livello.



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21 ottobre 2019 alle 15:10