Magic The Gathering: Arena - recensione
Sono pochi i giochi che nella storia dell'intrattenimento ludico (sia da tavolo che digitale) possono essere considerati i capostipiti di un genere. Nel 1993 la mente geniale di Richard Garfield (plurilaureato in studi matematici) partorì Magic: The Gathering, un gioco di carte collezionabili che con un art work originale e accattivante e meccaniche rivoluzionarie cambiò per sempre la faccia del competitive gaming.
Con un balzo di 26 anni, e oltre un centinaio di set pubblicati, MTG è ancora sulla cresta dell'onda, affermandosi in maniera assoluta nel mondo dei Trading Card Games, con un giro di affari milionario, tornei in tutto il mondo, hall of fame di campioni e premi in denaro molto allettanti. Per questo motivo, la creazione di una versione digitale del gioco è stata la naturale evoluzione.
Molti veterani si ricordano Shandalar del 1997, ovvero il primo vero tentativo digitale di trasporre MTG: il gioco era un mix di esplorazione e combattimenti svolti con i mazzi di carte. Un'esperienza che rimane per molti versi inarrivabile come immersione e immediatezza.
