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Superliminal - recensione

"Nulla è reale, tutto è lecito". Con tutta probabilità non esiste una citazione migliore per descrivere Superliminal, una produzione del team indipendente Pillow Castle Games che come obbiettivo, quasi certamente, si pone quello di cercare costantemente di disorientare il giocatore, giocando con le sue percezioni.



L'incipit è semplice: siamo in una specie di clinica del sonno, dove in seguito a una particolare terapia, possiamo migliorare la qualità dei nostri sogni. Ci troviamo così in una serie di ambientazioni appositamente costruite per noi, all'interno del nostro subconscio, e dove in un certo senso possiamo giocare con la realtà. Con questa premessa si giustificano tutte le stravaganze che dovremo affrontare per arrivare alla fine del nostro percorso.



Superliminal si basa proprio su questo, sfruttando ampiamente la possibilità di distaccarsi dalle leggi della fisica, e costruendo ben nove livelli, dalla durata massima di circa un paio d'ore, dentro ai quali sarà richiesto semplicemente di usare la logica, o meglio, di ragionare fuori da essa. L'immaginario di logico ha ben poco e propone una serie di puzzle tutt'altro che complessi, che però a volte richiederanno qualche minuto per essere studiati e compresi.



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26 novembre 2019 alle 10:40

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