Lost Ember - recensione
La seconda campagna di crowfunding di maggior successo in Germania, per quanto riguarda i videogiochi, ha dato alla luce Lost Ember. Il titolo di Mooneye, piccolo studio di sviluppo indipendente con sede ad Amburgo e il cui staff è composto da sole 5 persone, è finalmente uscito dopo una lunga gestazione. Dopo gli elogi della critica e i premi vinti successivamente alla presentazione al Gamescom del 2016, si sono infatti susseguiti diversi ritardi e Lost Ember è approdato su Steam alla fine di novembre.
La sua originalità si basa sul fatto che vestiamo i panni di un Lupo, accompagnato da quello che, a prima vista, appare come un globo luminoso orbitante. Fin da subito si rivela essere lo spirito guida che lo affiancherà durante il viaggio alla ricerca della Città della Luce, luogo paragonabile al Paradiso e dalla cui è stato inspiegabilmente estromesso.
Tra panorami mozzafiato, scenari suggestivi e aree immense completamente esplorabili, il protagonista si troverà alle prese con indizi, reliquie e rompicapi che lo aiuteranno nel difficile compito di riuscire a comprendere ciò che è accaduto alla civiltà degli Yanren, misteriosamente scomparsa tempo addietro.
