Life is Strange 2 Episodio 5: Wolves - recensione
È un grave errore approcciarsi a un titolo della serie videoludica Life is Strange con la pretesa di trovarsi davanti a un lavoro dalla scrittura accurata come quella di un'equazione bilanciata: scopo primario di queste avventure grafiche è sempre stata la trasmissione di emozioni, di empatia verso i personaggi a schermo, il cui viaggio viene accompagnato da un'atmosfera sempre efficace e costruita grazie ad ambienti dettagliatissimi, fotografia eccellente e un comparto musicale di prim'ordine.
Pur non essendo privo di difetti, specialmente nelle battute finali della storia, l'originale Life is Strange ha lasciato il segno nel cuore di tantissimi giocatori proprio grazie al suo feeling sognante, una storia con diversi misteri da portare alla luce, una protagonista dal carattere malleabile ma comunque definito e la tanto semplice, quanto intrigante meccanica di gioco del riavvolgimento temporale.
Life is Strange: Before The Storm è un breve prequel, realizzato non più da DontNod, bensì da Deck Nine Games. I tre episodi hanno offerto il giusto approfondimento per personaggi solo nominati nel corso della precedente avventura, oltre a un punto di vista diverso e complementare, che aggiunge profondità emotiva alla figura di Chloe Price. Tuttavia, Before The Storm non è riuscito a eguagliare il potenziale emotivo del predecessore, per via della durata inferiore e del focus rivolto più alla giustificazione di eventi già conosciuti, che a un world building in grado di reggersi sulle proprie gambe; infine, l'assenza di "superpoteri" ha appiattito il già scarno gameplay dell'ip, riducendo l'esperienza del giocatore a quella di un'avventura grafica puramente tradizionale.
