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Giochi del decennio: Outer Wilds è il futuro - articolo

Con l'arrivo del 2020 abbiamo deciso di celebrare i 30 giochi che hanno lasciato il segno negli ultimi dieci anni. Potete trovare tutti gli articoli pubblicati nell'archivio dei Giochi del decennio, e leggere dell'idea da cui è nato il progetto nel nostro editoriale.



Se c'è un aspetto in particolare che ha segnato per tutto il decennio appena trascorso il game design dei giochi a grosso budget, esso è sicuramente il concetto di "progressione". Gli anni zero hanno visto la diabolica congiunzione degli action game con il livellare tipico degli RPG in titoli come BioShock. Questo, insieme ai publisher tripla-A che hanno ridefinito i videogamecome contenuti distribuiti con sistemi di delivery, ha dato vita a una nuova ondata di esperienze in cui i giocatori dovevano impegnarsi senza sosta a muoversi verso dei traguardi. I finali lasciano sempre con questo pensiero: ci dev'essere sicuramente qualcos'altro da sbloccare.



Che potente sollievo è quindi giocare Outer Wilds di Mobius Digital, e accorgersi di avere tutto il necessario per completarlo dalla parola "vai". Una fatiscente nave spaziale, più simile a Starbug di Red Dwarf che al modulo dell'Apollo; una tuta spaziale disomogenea e difficile da dimenticare; un marchingegno portatile per lanciare sonde, usato per scattare immagini da remoto o per testare la gravità dei pianeti lanciando una sonda verso l'orizzonte; uno shotgun-microfono per tracciare i segnali, e un traduttore tascabile per sbobinare gli scritti degli antichi esploratori alieni. Non c'è niente da guadagnare, niente da accumulare, niente "progressione": tutto quel che dovete fare è agire e vedere cosa succede, e dove trovarvi col giusto tempismo per fermare il processo.



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6 gennaio 2020 alle 10:30

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