AO Tennis 2 - recensione
Quando abbiamo scoperto che il nuovo titolo tennistico di Big Ant Studios si sarebbe chiamato AO Tennis 2, abbiamo avvertito un leggero tremito nella Forza. Esattamente due anni fa, infatti, lo sviluppatore di Melbourne fece debuttare la prima istanza legata alla licenza dell'Australian Open, risvegliando negli appassionati una curiosità che era sopita dai tempi di Virtua Tennis e dalle partite sui palchi internazionali nella serie Top Spin.
Critici e giocatori di tutto il mondo si prepararono a rispolverare e affilare le racchette, ma alla prova dei fatti si trovarono di fronte ad un prodotto piuttosto deludente, incapace di varcare la soglia della sufficienza su Metacritic e di raggiungere gran parte degli obiettivi promessi. Al centro della diatriba finì quella corposa patch al day one che, pur risolvendo gran parte delle ruvidità tecniche, non riuscì a garantire un ecosistema di gioco abbastanza vasto da convincere i tennisti della prima ora.
Ma inaspettatamente, attorno ad aprile del 2018, la storia cambiò drasticamente. Ross Symons, CEO di Big Ant, annunciò che ad AO Tennis sarebbe stato riservato quello che ci piace definire il "trattamento No Man's Sky", ovvero una re-release a tutti gli effetti accompagnata da un completo restauro del gameplay, da modalità di gioco inedite e addirittura da un titolo tutto nuovo. Nacque così AO International Tennis, progetto riuscito proprio perché profondamente diverso dal suo predecessore spirituale.
