La Missione Suicida di Mass Effect 2 è ancora il momento di massimo splendore di BioWare - articolo
L'ultima ambientazione di Mass Effect 2, la Base dei Collettori raggiungibile dal portale Omega 4, appare sullo schermo già pochi secondi dopo aver avviato il gioco. In lontananza, detriti in fiamme si accalcano sul disco di accrescimento di un buco nero: è un cimitero di navi spaziali che vengono lentamente attirate verso il loro inevitabile fato. Si tratta di una visione desolante che lascia presagire la destinazione finale del nostro viaggio mentre Mass Effect 2, con il suo strepitoso design, compone il puzzle che ci porterà alla nostra ultima avventura: la Missione Suicida.
A dieci anni di distanza dal lancio di questo secondo capitolo della serie, il suo finale rimane ancora uno dei punti più alti della produzione di BioWare e, nonostante il capitolo successivo sia riuscito a replicarne la grandezza in termini di coinvolgimento emotivo, la Missione Suicida di Mass Effect 2 rimane inarrivabile sotto il profilo della complessità delle scelte che il giocatore è chiamato a compiere.
Non tutte le conseguenze delle nostre azioni saranno prevedibili, ovviamente. La cosa più entusiasmante della Missione Suicida è che è possibile affrontarla alla cieca, sperando di aver fatto tutto il possibile per proteggere al meglio la nave e l'equipaggio. Eppure, avviandoci nel finale del gioco, veniamo comunque assaliti dai dubbi: forse non tutti riusciranno a tornare a casa sani e salvi.
