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Pillars of Eternity 2: Deadfire - recensione

Pillars of Eternity 2: Deadfire non lascia tempo o spazio ai convenevoli: dopo una riepilogo dei trascorsi del nostro alter ego, l'Osservatore di Caed Nua assiste impotente alla distruzione della propria roccaforte e all'assorbimento di centinaia e centinaia di anime (tra cui, in parte, anche della propria) da parte di una gigantesca entità dal corpo di pura adra, che si scoprirà poco dopo essere nient'altro che il dio Eothas, nome senza dubbio familiare ai giocatori del primo Pillars of Eternity.



Il protagonista si troverà quindi al cospetto dell'ambigua Berath, un'altra divinità, che chiederà il nostro aiuto per scoprire - e fermare - il piano di Eothas, offrendoci in cambio il nostro ritorno nel mondo dei vivi.



Dopo nemmeno una decina di minuti di gioco, Pillars of Eternity II: Deadfire lancia addosso al giocatore una considerevola quantità d'informazioni, eventi e nomi, tutti riferiti alle precedenti avventure dell'Osservatore. Sarà possibile scegliere uno dei background precostituiti per il protagonista, ciascuno dei quali caratterizzato da uno specifico allineamento, o selezionare una per una le azioni e scelte compiute nel corso del titolo prequel; va da sè, ovviamente, che un giocatore neofita non avrà modo di riconoscere alcuno di questi avvenimenti e dovrà per forza di cose affidarsi al proprio istinti e preferenze di roleplay.



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3 febbraio 2020 alle 16:00