The Suicide of Rachel Foster - recensione
" il tempo che abbiamo non lo conosciamo. Usa il tuo per amare. Non c'è altro per cui valga la pena vivere, lottare o morire. Credimi."
Sulle righe delle ultime memorie di una madre, si apre un racconto d'amore e odio, di vita e di morte, di famiglia e di solitudine. Sul labile sentiero tracciato da opere quali Firewatch, Gone Home e What Remains of Edith Finch, s'instrada un'avventura, questa volta italianissima, ancora esemplare nel mostrare la forza dell'interattività.
E parlare di interattività al cospetto di The Suicide of Rachel Foster è un eufemismo, eppure sembra quasi un mistero l'intensità con cui l'intreccio dei destini nefasti di due famiglie, le tematiche e i messaggi scabrosi ci tocchino e ci facciano riflettere.
