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Psychotic's Agatha Knife – Recensione

Benvenuti nella recensione più creepy in cui vi siate mai imbattuti nel corso delle vostre vite. Perché Psychotic's Agatha Knife, il punta e clicca sviluppato dalla casa videoludica Mango Protocol, è un'esplosione di black humour (ma di quelli più neri), immagini grottesche e satira a pioggia. Se non vi appassiona il politicamente scorretto, è meglio evitare come la peste questo cruento titolo.



Carnivorismo come stile di vita



La trama del gioco è semplice, lineare e parecchio inquietante. Il giocatore vestirà i panni di Agatha, una bambina di sette anni che vive con la mamma. Tutto normale, fino a quando non si accorge che soffre di insonnia e si ritrova in piena crisi esistenziale scaturita dall'amore che nutre per gli animali e quello per la carne che nutrono, invece, le sue viscere. Ma andiamo con ordine. A inizio gioco, Agatha verrà trascinata da sua madre in una chiesa locale, convinta di risolvere i problemi finanziari che assillano la sua macelleria.



Ma, dopo aver affrontato un semplice tutorial che farà guadagnare al giocatore il suo primo trofeo, la bambina si allontana dalla chiesa e si imbatte in un uomo che la spinge a creare una nuova religione: il Carnivorismo. Spinta dal voler salvare l'attività della famiglia e dall'ossessione di trucidare ogni animale che le passa sotto gli occhi decide, quindi, di portare avanti la sua causa proprio per persuadere gli animali e scacciare ogni tipo di paura che riguarda la propria morte. Il loro sacrificio, infatti, li condurrà alla felicità eterna.



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Sarà questo lo scopo del gioco: bisognerà aiutare Agatha a mettere su un santuario, scrivere (IL LIBBRO! cit.) un libro sacro, creare un dio da adorare e richiamare quanti più seguaci possibili. Il tutto fronteggiando dei rompicapi e attraversando scenari improbabili da esplorare (ma non troppo) che richiamano “vecchi” giochi anni Ottanta come Cabbage Patch Kids. Quest'avventura viene alleggerita (o appesantita, dipende dai punti di vista) da NPG grotteschi e caricaturali, battute graffianti, innumerevoli citazioni nerd e situazioni che possono urtare la sensibilità di molti ma che gli amanti del black humour apprezzeranno. Per il giocatore sarà indimenticabile il wrestler in tutù che saltella in giro con una leggiadria che nemmeno Carla Fracci riuscirebbe a eguagliare.



Il “lento” mondo taggato Psychotic



Agatha Knife è un indie punta e clicca, quindi si gioca senza troppi fronzoli. Con il DualShock 4 non si dovrebbero riscontrare problemi. Utilissima la mini-guida a inizio gioco che mostra un'immagine del controller con le azioni relative a ogni tasto. Sfruttare l'inventario diventa un'azione semplice e intuitiva; si ha tutto (o quasi) a portata di mano e il menù di gioco si apre facilmente. Molte più rogne, invece, si riscontrano per via del cursore. Fortunelli coloro che hanno a disposizione un touch screen (sì, parlo con voi, possessori di una Nintendo Switch) oppure un mouse (su Steam trovate la versione per PC) ai quali la navigazione risulterà molto più semplice. L'angoscia, però, continua a salire quando ci si accorge che la mappa a disposizione è praticamente inutile, poiché il personaggio avanza in maniera lineare su scenari che possiedono pochi dettagli, facendo perdere facilmente l'orientamento. Se aggiungiamo poi il fatto che ci si mette praticamente un'eternità nel passare da un posto a un altro, l'avanzamento diventa a dir poco noioso e ripetitivo.



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21 marzo 2020 alle 17:50

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