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My Hero One's Justice 2 – Recensione

L'erede dei Big Three, l'eroe dell'attuale era della rivista Shōnen Jump torna in azione. In un periodo particolarmente prolifico di videogiochi tie-in in casa Bandai Namco, tra Dragon Ball Z: Kakarot e One Punch Man: A Hero Nobody Knows, il publisher nipponico non smette di calcare la mano, proponendo un sequel – o meglio, una seconda versione – del gioco basato sul popolare manga e anime My Hero Academia. Seguendo il motto Plus Ultra, con My Hero One's Justice 2 Bandai Namco e Byking affinano la tecnica dello scorso capitolo, aggiungendo tanti nuovi contenuti e modalità, senza però discostarsi dalla formula originale. Avremo finalmente tra le mani il gioco definitivo di My Hero Academia? Non esattamente.



Ora tocca a te…



La storia, brevemente, narra di Midoriya Izuku, un ragazzino senza Unicità (o Quirk) in un mondo pieno di persone dotate di strabilianti poteri fin dalla nascita. Nonostante le limitazioni naturali, il protagonista, grazie alla sua naturalezza e al suo buon cuore, riesce a farsi notare da All Might, l'eroe più importante e potente del mondo intero, che vede nel ragazzo il perfetto erede del potere One for All e lo addestra a tal proposito, donandogli la sua stessa unicità. Con mille ostacoli e peripezie da superare, Izuku, ora iscritto alla scuola per eroi Yuei (o U.A.), crescerà e diventerà sempre più forte per proteggere le persone e diventare quello che ha sempre sognato: un grande eroe.



My Hero One's Justice 2 riprende esattamente da dove avevamo lasciato il primo capitolo, subito dopo lo scontro all'ultimo sangue tra All Might e la sua nemesi All for One fino al termine dell'arco narrativo degli Otto Precetti di Morte. L'anime sta ancora andando avanti mentre scriviamo, tuttavia Bandai Namco sentiva il bisogno di aggiornare quanto già fatto in passato. Con tantissime missioni da svolgere, seguiremo l'arco narrativo di Chisaki Kai – o Overhaul – contornato da quest che ci faranno vivere in maniera maggiormente approfondita tratti particolarmente snobbati dall'anime. Alcune battaglie aiutano a plasmare il carattere dei personaggi, sia principali che secondari, dando loro lo spazio che meritano e che la terza stagione, almeno finora, non è riuscita a dargli. Interessante come la modalità storia ci proponga di giocare sia nei panni degli eroi che dei cattivi, mostrandoci finalmente punti di vista diversi. A tal proposito, vi diciamo subito il nostro punto di vista. My Hero One's Justice 2 è perfetto per i fan della serie animata che ancora non si sono affacciati alla trasposizione videoludica. Questo è un corposo update del primo titolo, ma a prezzo pieno non lo reputiamo completamente giustificato.



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One for All al 20%



Come Midoriya riesce a gestire normalmente solo il 20% del suo potere nel principale arco narrativo, segue a ruota anche il gioco. Il lavoro di Byking è una lama ancora sotto una cote: minacciosa, ma non ancora tagliente. Sono infatti stati risolti alcuni problemi derivanti dalla struttura del primo capitolo, sono state aggiunte tante modalità, personaggi, animazioni e perfezionati (anche se non troppo) i controlli, ma My Hero One's Justice 2 resta incapace di scrollarsi di dosso i problemi alla base. Il più grande difetto di questo picchiaduro arena (in cui i giocatori combattono in ambienti tridimensionali, per intenderci) sta nel gameplay. Combattere non è brutto, in realtà, i comandi sono estremamente intuitivi, le animazioni delle tecniche sono una gioia per gli occhi e il bilanciamento generale dei personaggi, tolta qualche eccezione, è tutto sommato buono. Eppure i movimenti di gioco risultano lenti, e il lasso di tempo che passa dalla pressione del tasto all'esecuzione dell'azione su schermo va oltre il limite consentito per azioni un po' più tecniche, come l'uso dei Quirk.



Il gameplay di One's Justice 2 è dunque ancor più basilare di quello di JUMP Force, non ci sono finestre con cui usare tecniche speciali, solo semplicissime combinazioni di tasti da riprodurre quando si ha una o più barre Plus Ultra, ma nonostante ciò riesce a essere soddisfacente. Oltre ai movimenti di base, tra cui schivata e doppio salto, ci sono gli attacchi semplici con Quadrato e due Quirk per ogni personaggio da usare con Triangolo e Cerchio, anche se paradossalmente questi ultimi non lasciano spazio ad alcuna concatenazione. Gioca un ruolo fondamentale la presenza delle spalle, o sidekick, due personaggi del nostro team che, al riempimento della specifica barra, potremo richiamare in battaglia e far loro eseguire una breve mossa. Utilissimo per liberarsi dai fastidiosi colpi avversari nonché perfetto per creare nuove strategie. Alle tecniche già menzionate si aggiunge il contrattacco e l'immancabile mossa Plus Ultra, composta da tre varianti: la normale, la finale e quella di gruppo, che consumeranno da una a tre barre Plus Ultra. Assestare questi colpi, diciamocelo, non è il massimo del comfort, in quanto funzionano un po' alla Dragon Ball Z: Budokai 3 (colpisci con il primo colpo e parte la cutscene), ma la loro spettacolarità vale il prezzo del biglietto. La lentezza dei movimenti, una volta presa la mano con l'input lag, passa quasi in secondo piano. Il dash con L1, la schivata e il doppio salto riescono a dare un ottimo senso di tridimensionalità in battaglia. Pur senza garantire troppa distanza dal nemico si ha la possibilità di prendere fiato dopo una combo, di intrappolare gli avversari o addirittura inchiodarli alla parete se si esegue una combo in volo, azione che sposterà temporaneamente la battaglia in verticale. Come non menzionare l'incredibile distruzione ambientale, capace di trasportarci da un punto all'altro dello stage e di cambiare atmosfera anche solo sfondando una parete.



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23 marzo 2020 alle 17:10

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