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Resident Evil 3 Remake - analisi tecnica

Da Capcom è in arrivo un altro strepitoso remake, Resident Evil 3, la cui demo è stata recentemente resa disponibile su PS4 e Xbox One, demo che mostra quanto il RE Engine si sia evoluto dalla release di Resident Evil 2 remake. I fan del gioco originale rilasciato originariamente sulla prima PlayStation saranno pronti a quel che verrà: un gioco più orientato all'azione, con meno puzzle e più sparatorie, e con la terribile di minaccia di Nemesis in agguato dietro ad ogni angolo. Questa release prende dunque le distanze dall'ultimo gioco, non solo nei toni ma anche nel modo in cui è impiegato il RE Engine, visto che ci sono dei grossi cambiamenti che abbiamo riscontrato nella versione per Xbox One X.



La demo offre una sessione abbastanza breve di azione, dalla durata totale di 30 minuti in totale, ma che con un po' di pratica potrete riuscire a terminare in appena 10 minuti. Quindi quel che abbiamo a disposizione è solo una piccola parte del gioco e non abbiamo idea di quanto sia vicina allo stato finale. La demo sembra pensata per una durata di gioco determinata grazie alla disposizione degli zombie, delle armi, e degli incontri con Nemesis. Ma è lecito aspettarsi qualche cambiamento nella release finale. Speriamo anche che venga modificata la luminosità, visto che il gioco è troppo scuro di default. Gli strumenti per calibrare la luminosità ci sono, ma il preset standard ha bisogno di qualche rifinitura.



Dal punto di vista della qualità dell'immagine, ci sono alcuni parallelismi con RE2 Remake, ma c'è una differenza. La versione Xbox One X adesso punta a un 4K pieno rispetto al 1620p di RE2, anche se sembra che ci siano ancora in gioco delle tecniche di ricostruzione temporale per generare un framebuffer di 2160p. Il risultato non è esattamente pulito come vi aspettereste, ma il miglioramento di nitidezza rispetto alla versione PS4 Pro del gioco (che in questo caso rimane a 1620p come in RE2) è netto. La versione PS4 Pro sembra utilizzare pure una ricostruzione video che genera come scarto gli artefatti tipici del checkerboarding. La parità in risoluzione tra le due macchine non c'è più: la versione Xbox One X mette su schermo un maggior numero di pixel e questo causa una netta perdita di performance.



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28 marzo 2020 alle 13:30